il test dell'HIV è sicuro

Test dell’HIV: diagnosi tempestive prima che sia troppo tardi

Nella lotta all’HIV, una delle piaghe del nostro secolo, ci sono ogni giorno significativi progressi scientifici.

Quali sono, quindi, i problemi?

Diagnosi tardive e scarsa informazione. Infatti, in Italia moltissime persone hanno accesso alle cure in ritardo, aumentando notevolmente il tasso di mortalità della malattia.

Una risposta potrebbe essere rappresentata da alcuni test dell’HIV, per diagnosticarlo tempestivamente e intervenire con rapidità.

Test dell’HIV: strumenti utili per avviare tempestivamente le cure

Infettivologia e Medicina di Emergenza e Urgenza procedono assieme nella lotta all’HIV, con l’obiettivo comune di
favorire i test dell’HIV. Questi, infatti, sono strumenti essenziali per effettuare diagnosi precoci e rapidi avviamenti al trattamento, principale sfida da affrontare dopo i significativi progressi scientifici degli ultimi anni.

In Italia vi è un calo delle diagnosi dal 2012. Nel 2021 sono state 1770 (Notiziario Istituto Superiore di Sanità, novembre 2022), ma restano ancora numerose le diagnosi tardive, con il 63% delle persone che scopre di essere affetta da HIV quando ha già una malattia conclamata, provocando maggiori difficoltà nell’avvio delle terapie.

test dell'HIV Milano
Stefano Vella

Questi problemi trovano risposta grazie alla collaborazione tra istituzioni, Istituto Superiore di Sanità, società scientifiche, associazioni della Community dei pazienti.

“I test si possono effettuare in maniera gratuita e anonima in ospedali, centri specializzati, consultori, ma anche in farmacia e nei check-point. Un altro modo per facilitare l’accesso al test riguarda i luoghi di primo accesso, come i Pronto Soccorso e i medici di medicina generale, che possono indagare eventuali comportamenti a rischio dei pazienti” sottolinea il Prof. Stefano Vella, Presidente Commissione Nazionale per la lotta contro l’Aids.

In cosa consiste il test dell’HIV?

Per sapere se si è stati contagiati dall’HIV è sufficiente sottoporsi al test specifico che si effettua attraverso un normale prelievo di sangue. Se si sono avuti comportamenti a rischio è bene effettuare il test dopo massimo uno-tre mesi dall’ultima esposizione a rischio.

Sapere di essere infetti con l’HIV consente di usufruire di un’assistenza medica precoce e di poter effettuare tempestivamente la terapia farmacologica che permette oggi di vivere meglio e più a lungo. Con le terapie attualmente disponibili, una persona HIV positiva ha un’aspettativa di vita analoga a quella di una persona HIV negativa.

La legge italiana (135 del giugno 1990) garantisce che il test HIV sia effettuato con il consenso della persona interessata. Il test non è obbligatorio, ma se si sono avuti comportamenti a rischio è opportuno effettuarlo.

Per eseguire il test, non serve ricetta medica nella maggior parte dei servizi sanitari , è gratuito e anonimo. La legge prevede che il risultato del test venga comunicato esclusivamente alla persona che lo ha effettuato.

Inoltre, è possibile effettuare a domicilio un test rapido HIV acquistandolo in farmacia.

Le nuove priorità nella lotta all’HIV

Le nuove terapie antiretrovirali, se regolarmente assunte, rendono il virus dell’HIV non più rilevabile nel sangue e non trasmissibile, come sintetizzato anche nell’evidenza scientifica U=U, Undetectable= Untransmittable, da cui deriva il concetto di Treatment as Prevention (trattamento come prevenzione).

Altro strumento rilevante in tal senso è la Profilassi pre-Esposizione (PrEP), di cui AIFA (L’Agenzia Italiana del Farmaco) ha recentemente approvato la rimborsabilità: un significativo passo avanti, visto che in molti Paesi ha ridotto drasticamente il numero di nuove infezioni.

“Nonostante gli straordinari progressi scientifici, la lotta all’HIV nel mondo presenta ancora molte criticità, come dimostrano le circa 1,5 milioni di nuove infezioni che si registrano ogni anno a livello globale, mentre in Italia persiste il problema delle diagnosi tardive, che si riflettono su un ritardo nei trattamenti e un numero ancora congruo di contagi”, sottolinea Vella.
“È necessaria maggiore informazione e un più ampio accesso al test, soprattutto per chi ha avuto comportamenti a rischio. I test si possono fare in maniera gratuita e anonima in ospedali, centri specializzati, consultori, ma anche in farmacia e nei check- point gestiti dalla Community. Un altro modo per facilitare l’accesso al test riguarda i luoghi di primo accesso, come i Pronto Soccorso e i medici di famiglia, che possono indagare maggiormente lo stile di vita dei propri pazienti e individuare eventuali comportamenti a rischio”, aggiunge Vella.

Il ruolo delle società scientifiche e il progetto del Pronto Soccorso del Policlinico Umberto I

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Claudio Mastroianni

“L’avvio dei trattamenti non può prescindere da un ampliamento dei test nella popolazione. La SIMIT è impegnata in diverse collaborazioni con altri specialisti di riferimento. Obiettivo comune per tutti è riuscire a sfruttare ogni occasione per effettuare il test HIV in ogni momento utile, dall’accesso al Pronto Soccorso alle visite ambulatoriali, fino a quelle situazioni che possano far sospettare la presenza del virus. Occorre quindi agire su più fronti stimolando l’esecuzione del test. Al Policlinico Umberto I, per esempio, abbiamo avviato dei progetti finalizzati a testare i pazienti al Pronto Soccorso e in tutte le situazioni dove vi possono essere eventi sentinella che possano portare a pensare all’infezione da HIV“, evidenzia Claudio Mastroianni, Presidente SIMIT.

Con questo metodo sono già stati ottenuti importanti risultati, identificando molte persone affette dal virus e non consapevoli della loro positività. Ciò ha permesso di iniziare precocemente la terapia antiretrovirale, che evita alla malattia di progredire e permette a queste persone di non trasmettere l’infezione.

 

Copertina: Foto di Miguel Á. Padriñán: https://www.pexels.com/it-it/foto/siringa-e-pillole-su-sfondo-blu-3936368/

 

 

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