Occhiali e lenti a contatto: l'importanza della personalizzazione

Occhiali e lenti a contatto: l’importanza della personalizzazione

Tutti i dispositivi medici visivi, in primis occhiali e lenti a contatto, sono (o dovrebbero essere) su misura.

Ogni ametrope dovrebbe utilizzare dispositivi allineati sia alla propria condizione visiva, sia al proprio stile di vita, cioè le occasioni e gli ambiti di uso della vista (senso) e della visione (funzione).

Occhiali e lenti a contatto: la personalizzazione dei dispositi

Tutti i dispositivi ottici personali come lenti a contatto e occhiali possono essere personalizzati.

Il numero di possibilità tra montatura e gradazione delle lenti che verranno montate rende ogni occhiale di per sé quasi unico e le combinazioni tra questi due elementi di fatto quasi infinite.

Tanto che due occhiali da vista uguali, in pratica non esistono (se non i premontati che non sono dispositivi su misura).

Il concetto di personalizzazione parte dalla scelta tecnico-estetica della montatura, dove l’ametrope e l’ottico finalizzano esigenze funzionali, tecniche ed estetiche.

La stessa correzione della vista mediante controllo visivo dell’ottico o del medico oculista sono una personalizzazione con milioni di combinazioni possibili.

Oggi la tecnologia di produzione delle lenti e degli occhiali, rende il concetto di personalizzazione ancora più raffinato ed efficiente.

Raffinato perché utilizza materiali e soluzioni tecnologiche che erano impensabili fino a pochi anni fa.

Efficiente in quanto la loro resa reale è aumentata molto, rendendoli più facili da portare, aumentando anche le loro prestazioni.

I livelli di personalizzazione possibili vanno in più direzioni, spinte da tecnologie e necessità diverse.

Ad esempio, la posizione dell’occhiale indossato dal soggetto, comporta diversi parametri geometrici, che se convertiti in angoli e mm possono ottimizzare la resa della ricetta visiva aumentando la facilità di adattamento ad una nuova gradazione, aumentando la nitidezza notturna, e in generale l’esperienza di utilizzo dell’occhiale.

La personalizzazione base di un occhiale da vista:

  • telaio (o montatura) scelta in base ad aspetti estetici e tecnici
  • la ricetta per la correzione del difetto visivo per lontano o vicino
  • la lente correttiva, che a seconda della gradazione richiesta e della tipologia saranno di pronta consegna o da costruire (lenti di ricettazione)

I parametri generati dall’occhiale indossato:

  • la distanza tra occhio e occhiale (detta DAL, Distanza Apice corneale Lente si misura in mm)
  • la curvatura laterale dell’occhiale (detta avvolgimento, molto accentuata negli occhiali sportivi)
  • l’inclinazione del frontale della montatura (misurata in gradi) queste ultime fanno parte dei parametri usati per costruire singolarmente la lente

Ulteriori personalizzazioni possono essere fatte sulla base di altre caratteristiche del soggetto:

  • abitudini visive
  • lavoro
  • attività sportive o di divertimento
  • punti critici della propria esperienza visiva, in questo modo la lente avrà, ad esempio, una miglior resa per un soggetto che usa molto il computer e legge molto, piuttosto che un altro che lavora con le mani a distanza media o guida per molte ore.

Aberrazioni oculari e dei valori biometrici dell’occhio

Ulteriore personalizzazione può riguardare la misura delle aberrazioni oculari e dei valori biometrici dell’occhio.

Queste ultime sono sicuramente le più innovative e tecnologicamente evolute personalizzazioni che oggi è possibile utilizzare, per migliorare l’esperienza visiva di un soggetto che deve portare occhiali da vista correttivi.

Consiste nel misurare con uno o più strumenti elettronici, caratteristiche dell’occhio che fino a poco tempo fa erano usate solo in campo chirurgico o diagnostico molto evoluto.

Utilizzando alcuni parametri biometrici degli occhi, tra cui il diametro della pupilla, la sua dinamica diurna e notturna, lo spessore della cornea, la lunghezza anteriore e posteriore del bulbo oculare e altri, si potevano correggere meglio, componenti piccolissime dei difetti visivi che non vengono considerate con la correzione classica.

Un’altra novità è l’uso degli aberrometri a infrarossi.

Questi apparecchi leggono gli occhi ricavando una vera e propria mappa della pupilla, il difetto visivo misurato in questo modo calcola migliaia di punti attraverso il piccolo spazio di una pupilla, che è mediamente di 4-5 mm di diametro.

I diversi punti presentano normalmente differenze di difetto visivo, a volte centinaia e centinaia di piccolissimi difetti di vista, (dette micro-aberrazioni o termine più corretto “aberrazioni di alto ordine”) che seppur simili non vengono normalmente corretti con una lente standard.

Usando i dati biometrici è possibile produrre lenti dette aberrometriche e biometriche, la cui nitidezza è impareggiabile.

La visione dei dettagli e dei colori appare superiore a quella di qualunque altra lente, in quanto non corregge solo il difetto della vista principale, ma anche tutti gli altri micro difetti che sfuggono alle normali metodiche di indagine.

Occhiali e lenti a contatto: esempi di personalizzazione eseguita su necessità differenti

Personalizzazione dei parametri di calzata dell’occhiale e delle distanze pupillari

Un soggetto con occhi distanti molto superiore alla norma (70 mm) tra pupilla e pupilla (IDP) e con una distanza tra occhiali e occhio di 20 mm (DAL), necessita di un occhiale per vedere a tutte le distanze.

Ha 55 anni e risulta fisiologicamente presbite, e avendo anche un certo grado di ipermetropia (visione sfuocata per lontano oltre che vicino), vorrebbe un occhiale in grado di farlo vedere a tutte le distanze, sia nel lavoro (rappresentante), sia nel tempo libero.

Ha provato in precedenza occhiali con lenti multifocali progressive, ma con risultati parzialmente soddisfacenti.

La soluzione adottata sarà quella di una lente progressiva personalizzata nei parametri di distanza pupillare e calzata dell’occhiale.

Avendo una IDP e una DAL lontane da quelle medie usate nella produzione delle lenti progressive non personalizzate.

Una volta aggiunte queste caratteristiche nel calcolo della distribuzione dei poteri correttivi, la resa visiva effettiva sarà sicuramente superiore.

Occhiali e lenti a contatto: personalizzazione biometrica delle lenti

Un soggetto operato con laser per la correzione della miopia, richiede dopo di più di 10 anni la possibilità di migliorare la sua visione notturna durante la guida.

Il controllo visivo evidenzia un diametro pupillare di grandi dimensioni.

Si decide di misurarlo in modo strumentale mediante il supporto di un aberrometro e questo evidenzia che il soggetto ha un diametro della pupilla molto grande di notte, di circa 7 mm, lasciando parte della pupilla scoperta dall’effetto del laser, che è stata effettuato in un diametro di circa 5,5 mm.

La luce che passa vicino al bordo della pupilla non è “corretta” e, di notte un piccolo difetto di vista miopico torna a dare i suoi fastidiosi effetti.

Si decide di utilizzare la tecnologia biometrica nella costruzione della lente per i suoi occhiali, questa va a correggere la differenza di difetto visivo che si crea di giorno, rispetto a quella che si crea di notte, a causa della differenza di diametro della pupilla, che “naturalmente” si apre per far entrare più luce possibile.

Una lente standard non darebbe una correzione ottimale al variare della luce nell’ambiente, correggendo il difetto visivo in modo ottimale di giorno o di notte, ma con almeno 2 occhiali diversi.

Per di più questa tecnologia “pulisce” ulteriormente l’immagine che arriva alla retina, aumentando l’intensità dei colori (detta saturazione cromatica) e il contrasto, con un comfort e una nitidezza impossibili da ottenere con lenti correttive standard.

Il soggetto vede facilmente 15/10 con le lenti, sia di giorno, sia di notte.

L’entrata in vigore del decreto 24 maggio 2018, n’92

Al termine dell’anno scolastico 2022/2023, saranno effettive le norme che stabiliscono il nuovo percorso formativo degli ottici, secondo il regolamento sull’istruzione professionale del 2018.

Gli studenti che avranno completato il biennio e il quinquennio per l’abilitazione alla professione di ottico dovranno avere una formazione avanzata, orientata ad assistere, consigliare il cliente sui prodotti migliori per la correzione del difetto visivo, ma non solo.

Il “nuovo” ottico, come da decreto, è chiamato anche a:

“Effettuare, con adeguate tecnologie e nei casi consentiti dalla normativa vigente, l’esame delle abilità visive e della capacità visiva binoculare in relazione alla progettazione e all’assemblaggio degli ausili ottici necessari, segnalando all’attenzione medica eventuali condizioni del cliente che indichino anomalie degli occhi e della salute” (Competenza numero 3, Allegato M, Decreto interministeriale 92, 24 maggio 2018).

Si delinea così il profilo di uno specialista che deve segnalare al medico eventuali situazioni di allerta, facendo così da prima barriera di controllo e difesa della visione e della salute dell’occhio.

“Il Decreto segna una svolta importante per gli ottici che compiono un salto di qualità con il rafforzamento delle conoscenze in optometria e di importanza nel rapporto con il medico e il cliente ametrope/paziente”, spiega Giorgio Righetti, direttore di Istituto Zaccagnini.

“Il decreto, inoltre, introduce conoscenza dei software utilizzati in contattologia, del lessico tecnico inglese, del trattamento ortocheratologico, esecuzione dell’esame della vista optometrico, utilizzo del visual training: prassi, protocolli e procedure che vengono inserite formalmente nel bagaglio dell’ottico optometrista”.

Sintesi delle nuove competenze stabilite dal D.I. del 24 maggio 2018

  • Realizzare e curare la manutenzione di ausili e/o dispositivi ottici con funzione correttiva, sostitutiva, integrativa ed estetica per il benessere visivo della persona su prescrizione medica o con proprie misurazioni, utilizzando materiali, strumentazioni e tecniche di lavorazione adeguate.
  • Assistere tecnicamente il cliente nella selezione della montatura e delle lenti oftalmiche sulla base dell’ausilio ottico, del problema visivo, delle caratteristiche fisiche della persona, delle specifiche necessità d’uso e di sicurezza, dell’ergonomia e delle abitudini e informarlo sull’uso e sulla corretta manutenzione degli ausili ottici forniti.
  • Effettuare, con adeguate tecnologie e nei casi consentiti dalla normativa vigente, l’esame delle abilità visive e della capacità visiva binoculare in relazione alla progettazione e all’assemblaggio degli ausili ottici necessari, segnalando all’attenzione medica eventuali condizioni del cliente che indichino anomalie degli occhi e della salute.
  • Gestire l’applicazione di lenti a contatto per la compensazione di tutti i difetti visivi seguendo una prescrizione, curando l’attività post-vendita di controllo.

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