Isolamento sociale: 4 giovani su 10 trascorrono il tempo libero online

Isolamento sociale: 4 giovani su 10 trascorrono il tempo libero online

Se parliamo di giovani e isolamento sociale, una delle prime immagini che si forma nella nostra mente potrebbe essere quella di un adolescente sempre chiuso in camera, schivo con i genitori e perennemente al telefono o al PC.

“Alza le tapparelle e apri le finestre, spegni quei videogiochi e vai a giocare un po’ fuori”, potrebbe essere la tipica frase di un genitore.

Tutto fila per ora, no?

Forse si, ma il discorso, scendendo nel dettaglio, è più complesso.

Perchè i rapporti sociali di molti adolescenti fanno rima con realtà virtuale? Per quali motivi videogiochi e social media prendono il posto di sport e attività all’aria aperta?

Isolamento sociale: un fenomeno in aumento tra i giovani

Il Consiglio Nazionale dei Giovani ha pubblicato un’indagine sul benessere fisico e mentale delle nuove generazioni a scuola, all’università e nella sfera lavorativa. E i dati, purtroppo, sono allarmanti.

Quattro giovani su dieci, infatti, dichiarano di impegnare il proprio tempo libero in attività online. A praticare attività fisica è solo il 12,3% degli intervistati. Le attività creative vengono svolte dal 7% dei ragazzi.

Secondo l’indagine, che nasce nell’ambito dell’Osservatorio Well Fare, la piattaforma di ascolto diretto dei giovani creata dal CNG, uno dei problemi maggiori è rappresentato dall’utilizzo dei social media.

Quasi il 4% degli intervistati dichiara di passare più di 8 ore al giorno sulle piattaforme social. La percentuale rimanente, invece, trascorre in media tra le 2 e le 5 ore.

I social, tuttavia, non sono l’unico ‘svagotecnologico. Basti pensare alle piattaforme di intrattenimento online che offrono intere gallerie di film e serie tv, o al mondo dei videogiochi.

Un intero mondo a disposizione dei giovani che, rispetto a qualche decennio fa, per alcuni può risultare più allettante di sport e hobby all’aria aperta.

La tecnologia, in quest’ottica, può contribuire a spingere sempre più giovani verso un triste e preoccupante fenomeno: l’isolamento sociale.

Isolamento sociale: causa o conseguenza?

Questo fenomeno non è semplice da decifrare e, molto spesso, varia da persona a persona.

Isolamento sociale: 4 giovani su 10 trascorrono il tempo libero online
Gianluca Castelnuovo

“L’isolamento sociale può essere una conseguenza diretta di ciò che il ragazzo sperimenta nella sua vita quotidiana”, spiega Gianluca Castelnuovo, Ordinario di Psicologia Clinica all’Università Cattolica di Milano e Direttore del Servizio di Psicologia Clinica e Psicoterapia all’Auxologico.

Basti pensare alle dinamiche di gruppo che si creano tra i giovani: la volontà di essere sempre all’altezza della situazione, la necessità di fare sempre una ‘bella figura’, la paura di poter passare per deboli o incapaci.

Questi elementi possono portare i giovani ad avvertire la socialità come qualcosa di troppo pesante da sopportare, una pressione non tollerabile. E ciò può portare all’isolamento, alla necessità di trovare rifugio da qualche parte.

“I mondi virtuali offerti dalla tecnologia eliminano o, quantomeno, riducono il problema legato all’esposizione di sé. La tecnologia diventa un rifugio, un mondo parallelo e ingannevole che permette di ritirarsi con un semplice click da una situazione spiacevole o disagiante”, continua Castelnuovo.

Si viene così a creare un circolo vizioso. Il disagio porta all’isolamento, che genera ulteriore disagio, e così via.

Il termine ‘inganno‘ ben descrive queste realtà virtuali. Infatti, la percezione distorta della realtà si ha al contempo di se stessi e anche degli altri. È il tipico caso dei social, nei quali si condivide esattamente ciò che si vuole con la propria rete di relazioni, creando scenari spesso illusori o, talvolta, del tutto fittizi.

Gli stessi meccanismi si riscontrano nelle relazioni. La tecnologia, e in particolar modo le app di incontri, in alcuni casi contribuiscono a creare ‘relazioni usa e getta‘.

“In altri contesti, invece, l’isolamento sociale può essere considerata una causa“, afferma Castelnuovo.

In questo caso, la tecnologia e i mondi virtuali che offre possono risultare un’alternativa allettante e migliore rispetto alla realtà. Quindi non solo un rifugio, ma una vera è propria soluzione rispetto al mondo reale.

“Tuttavia, un giovane che sta bene nella vita di tutti i giorni, che ha passioni e obiettivi, è più difficile che possa trovare interessanti mondi virtuali“, continua Castelnuovo.

Tecnologia fa sempre rima con isolamento sociale?

La risposta è no. Spesso può essere utile a creare una rete di relazioni utili per il lavoro o di semplice svago. Si tratta semplicemente di trovare il giusto equilibrio.

Il recente lockdown ha portato molte persone a conoscere le riunioni online, la didattica a distanza, le videoconferenze. Tutti questi elementi, se utilizzati correttamente, possono essere una risorsa utile.

“Se pensiamo, per esempio, alla didattica a distanza, questa è stata una risorsa dal punto di vista informativo e un grande limite dal punto di vista formativo“, continua Castelnuovo.

Infatti, senza la didattica a distanza moltissimi studenti avrebbero perso mesi e mesi di lezioni che, invece, sono riusciti a seguire. “Tuttavia, dal punto di vista delle relazioni sociali, con i loro alti e bassi che sono l’essenza stessa dei rapporti umani, si è perso molto“, spiega Castelnuovo.

Qual è il ruolo dei genitori?

“I genitori svolgono un ruolo fondamentale. Inoltre, parlando dell’isolamento dei figli, spesso sono ritenuti i colpevoli, ma non è così. Non sono gli unici ad avere un’influenza su di loro”, spiega Castelnuovo.

Infatti, i ragazzi sono abituati ad avere molti ‘modellidi vita. Crescendo, soprattutto nella fase adolescenziale in cui si cerca una propria identità, gli stimoli arrivano da varie agenzie educative: insegnanti, allenatori sportivi, amici, personaggi mediatici.

Un buon punto di partenza, per un genitore, potrebbe essere capire quali tra questi hanno maggiore influenza sui propri figli e quali messaggi veicolano.

Arrivati a questo punto, come si può capire quando un giovane sta manifestando atteggiamenti riconducibili all’isolamento sociale?

Non esistono segnali uguali per tutti i ragazzi. Ogni persona ha il proprio carattere e quindi può sviluppare comportamenti differenti. Tendenzialmente, abbandonare uno sport o una passione senza motivi apparenti, vedere calare notevolmente la media scolastica, passare ore davanti ai dispositivi tecnologici o chiusi in camera non sono segnali positivi”, spiega Castelnuovo.

“Inoltre, capita spesso che genitori di figli adolescenti mi dicano che non vedono i loro figli felici. Spiego loro che la felicità, secondo il mio parere, è un concetto additivo e non sottrattivo. Non è una condizione standard. È qualcosa che un ragazzo deve costruire in base ai sogni e agli obiettivi che si prefigge”, continua Castelnuovo.

Molto spesso, quindi, l’isolamento sociale può essere il frutto di una quotidianità vuota, non stimolante, senza direzione. Una condizione in cui si è alla continua ricerca di emozioni effimere all’interno di spazi virtuali.

“Il consiglio che mi sentirei di dare ai giovani e, di conseguenza, anche ai genitori, è quello di trovare delle passioni, degli hobby, qualcosa che possa stimolarli a lungo termine e insegnar loro cos’è il sacrificio. Perchè è proprio grazie ai progetti e agli stimoli, e al percorso che si compie per conseguirli, che la trappola dell’isolamento sociale risulta meno pericolosa”, conclude Castelnuovo.

Tutto ciò che riguarda la vitavera‘, costituita da emozioni, delusioni, vittorie e sconfitte, è parte integrante del percorso educativo e di crescita di una persona. E comincia proprio là fuori, subito dopo l’ultimo click.

 

 

 

 

Foto di mikoto.raw Photographer : https://www.pexels.com/it-it/foto/foto-di-donna-che-utilizza-il-telefono-cellulare-3367850/

About Umberto Urbano Ferrero

Umberto Urbano Ferrero, collaboratore - Torinese d’origine, cittadino del mondo per credo. Laureato in Lettere moderne, ama l’arte in tutte le sue forme e viaggia per conoscere il mondo, oltre che se stesso. Umberto è appassionato di sport e Urbano, al contrario di ciò che l’etimologia suggerisce, apprezza la vita a contatto con la natura. Ritiene la curiosità una delle principali qualità in una persona, caratteristica essenziale per guardare il mondo da più angolazioni.

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