Diabete "silenzioso": in quanti sono affetti e non lo sanno?

Diabete “silenzioso”: in quanti sono affetti e non lo sanno?

Diabete: molti sono affetti e non lo sanno.

Diabete "silenzioso": in quanti sono affetti e non lo sanno?Il diabete? Un’ emergenza sanitaria da non sottovalutare. Si contano 73 morti al giorno solo in Italia, sulla base del rapporto Diabetes atlas dell’International diabetes federation (Idf). L’8% della popolazione adulta ne soffre. Ogni anno si scoprono dai 5 ai 7 nuovi casi di diabete di tipo 2 ogni 1000 abitanti. Il diabete tipo 1, nei bambini di età compresa fra 0 e 4 anni, è invece pari a 13 su 100.000. Lo si riscontra nei dati dell’Italian barometer diabetes observatory foundation (Ibdo) relativi al 2016.

Ciò significa che è una buona idea proporre controlli a tappeto, in modo da scoprire il maggior numero possibile di casi di diabete e curarli opportunamente.

Il diabete: un’emergenza crescente

Diverse sono le tipologie proprie del diabete, emergenza epidemiologica globale crescente. Parliamo di una delle patologie a più elevato impatto sociale ed economico. E’ una delle malattie cronico-degenerative più diffuse in Italia, per un totale (come sappiamo) di 4 milioni di persone: l’8% della popolazione. Il trend è in costante aumento: più del doppio, rispetto a 30 anni fa.

E’ possibile che allora il numero di casi di diabete non scoperti fosse ancora maggiore.

Che cosa ci insegna l’incremento esponenziale della prevalenza di diabete mellito tipo 2, e in misura minore del diabete mellito tipo 1? Che bisogna potenziare le politiche di prevenzione e diagnosi precoce della patologia. Eventi in questo senso sono organizzati periodicamente.

Il diabete e i medici di medicina generale

Il ruolo dei medici di medicina generale contro il diabete è molto importante e dovrebbe essere più rilevante.

Domenico Mannino, presidente dell’Associazione medici diabetologi, si è espresso in questo modo: “I pochi farmaci che i medici di medicina generale possono prescrivere per la cura del diabete, come secondo step terapeutico dopo la metformina, non possiedono assolutamente lo stesso profilo di efficacia e di sicurezza che caratterizza i farmaci innovativi. In tal senso, il limite imposto dalla normativa alle possibilità prescrittive dei medici di medicina generale rappresenta non solo un ostacolo alla realizzazione del setting integrato delineato nel Piano nazionale sulla malattia diabetica, ma anche un vulnus al generale diritto dei pazienti di avere accesso alle cure più appropriate. Per questo l’Associazione medici diabetologi condivide le argomentazioni espresse dall’onorevole Federico Gelli, nella sua recente interrogazione rivolta al ministro della Salute, riguardo, in particolare, all’opportunità di prevedere che la medicina generale possa prescrivere la classe di farmaci DPP-4I per il diabete di tipo 2, come del resto avviene in tutti gli altri Paesi europei. È importante sottolineare che molti farmaci considerati assai innovativi, come appunto i DPPIV-inibitori, sono in realtà molecole presenti da numerosi anni sul mercato, con un consolidato profilo di efficacia e di sicurezza. Lo stesso potrebbe dirsi anche di altri farmaci innovativi quali SGLT2 inibitori e GLP-1, agonisti recettoriali che condividono gli stessi profili e che più recentemente hanno dimostrato di essere in grado non solo di ridurre in maniera significativa gli eventi cardiovascolari e renali, ma anche la mortalità cardiovascolare e per tutte le cause. Ebbene, queste caratteristiche di efficacia e di sicurezza non sono sicuramente propri di altre molecole utilizzate nella cura del diabete come le sulfaniluree (SU) o le glinidi, e che sono tra i pochi farmaci che il medico di medicina generale può attualmente prescrivere come secondo step dopo la metformina. Per queste ragioni, come dalla nostra Associazione già rappresentato da diversi mesi ad Aifa, al Ministero della Salute e all’Istituto Superiore di Sanità, Amd ritiene che possa essere utile l’apertura della prescrizione anche dei farmaci innovativi al medico di medicina generale. E ciò anzitutto per una ragione etica, ma anche per la piena realizzazione di un setting di assistenza realmente integrata, tale da consentire una presa in carico condivisa del paziente, davvero funzionale al raggiungimento di obiettivi clinici e di cura in linea con gli indirizzi di Sanità pubblica”.

La cura del paziente diabetico, dunque, è efficace se concertata tra i medici. Il medico di medicina generale svolgerà meglio il proprio lavoro se può scegliere tra i farmaci potenzialmente prescrivibili come secondo step.

About Giorgio Maggioni

È dal 1993 che studia, analizza e sfrutta il WEB. Dicono sia intelligente, ma che non si applichi se non sotto stress, in quel caso escono le sue migliori idee creative. Celebre la sua frase: “è inutile girarci in giro, chi non usa il web è destinato a fallire”. È docente di webmarketing per l’internazionalizzazione d’impresa, dove incredibilmente, per ora, è riuscito a non rovinare alcuno studente. In WMM si occupa di sviluppare modelli di business utilizzando logiche non convenzionali.

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