la posidonia oceanica

Posidonia oceanica: le ‘alghe’ sulla spiaggia utili all’ambiente

A molti di noi sarà capitato di camminare sul bagnasciuga facendo lo slalom tra quelle che erroneamente si pensa siano alghe. In realtà si tratta spesso di foglie di posidonia oceanica, una pianta tipica del Mediterraneo. Questa, inoltre, svolge molteplici funzioni benefiche per l’ambiente.

Durante l’estate i litorali vengono presi d’assalto dal turismo di massa: per questo è fondamentale conoscere i comportamenti da adottare per ridurre al minimo il proprio impatto ambientale ed evitare di danneggiare l’ecosistema marino.

Posidonia oceanica: la pianta simbolo del Mar Mediterraneo

La Posidonia oceanica è una pianta sottomarina che vive nel Mediterraneo. Spesso definita erroneamente un’alga, è invece dotata di radici, lunghe foglie nastriformi, fiori verdastri che si formano sott’acqua in autunno e frutti, detti olive di mare, che maturano tra marzo e aprile. Si tratta di una specie endemica, vale a dire diffusa in alcune aree circoscritte, per la precisione lungo le zone costiere.

La Posidonia oceanica è una specie di grande valore ecologico. Forma estese praterie sommerse che occupano una superficie stimabile in circa 20.000 miglia quadrate e che costituiscono uno degli ecosistemi più importanti e ricchi di biodiversità del nostro mare.

Generalmente si trova a una profondità che varia tra i 30m e i 35m, tollera variazioni di temperatura notevoli (tra i 10°C e i 28°C) ma è particolarmente sensibile a variazioni di salinità. Per questo motivo la crisi climatica odierna, e la conseguente salinizzazione e acidificazione delle acque, costituiscono un reale pericolo

Posidonia oceanica: è davvero così importante?

La Posidonia Oceanica non è una pianta ‘qualsiasi’. Le sue praterie rivestono un’enorme importanza per la vita del mare e il suo litorale, tanto da essere strettamente protetta da norme internazionali e nazionali.

  • Sviluppo dell’ecosistema e biodiversità

La prateria di Posidonia costituisce la cosiddetta ‘comunità climax del Mediterraneo, vale a dire che rappresenta il massimo livello di sviluppo e complessità che un ecosistema può raggiungere. Il posidonieto è, quindi, l’ecosistema più importante del mar Mediterraneo.

Le praterie sommerse di posidonia offrono cibo e rifugio oltre ¼ delle specie di flora e fauna presenti nell’intero Mediterraneo. Ma non è tutto. Le distese di questa pianta fungono da nursery per moltissime specie marine, che si riproducono, depositano le uova, e permettono ai nuovi nati di crescere al riparo dai predatori.

Basti pensare, infatti, che 1 ettaro di prateria (poco più di un campo da calcio) può ospitare fino a 350 specie diverse di animali, offrendo riparo a pesci, cefalopodi, bivalvi, gasteropodi, echinodermi e tunicati.

  • Produzione di ossigeno

La Posidonia come tutte le piante, attraverso la fotosintesi, produce ossigeno. Si stima che ogni metro quadrato di prateria in buona salute possa arrivare a liberare fino a 14-16 litri di ossigeno al giorno, un vero e proprio polmone blu del nostro mare.

  • Erosione del moto ondoso

La Posidonia oceanica consolida il fondale sottocosta contribuendo a contrastare un eccessivo trasporto di sedimenti sottili dalle correnti costiere. Inoltre funge da vera e propria barriera per le coste. Infatti, smorza la forza delle correnti e delle onde prevenendo l’erosione costiera. Secondo i dati, a 1 m2 di prateria che regredisce corrisponde l’erosione di circa 15 metri di litorale sabbioso.

posidonia oceanica tutelaBasti pensare alle banquettes, cioè gli strati di foglie morte sulla spiaggia che in molti riteniamo inutile ‘sporcizia‘. Queste attenuano l’azione dei moti ondosi e delle correnti marine soprattutto nel periodo invernale.

Le banquettes sono, inoltre, un’importante fonte di nutrimento per molte specie animali e vegetali e costituiscono quindi un ecosistema che conferisce alla spiaggia e al mare una maggiore naturalità. Non sempre, però, questi depositi possono essere lasciati dove si trovano, poichè spesso sono percepiti come un ostacolo al turismo e alla balneazione. La spiaggia ecologica, però, è sempre da preferire a una spiaggia completamente pulita e costituita solo da sabbia, come quelle che purtroppo siamo abituati a vedere sempre più spesso.

Il progetto ‘Save The Wave’

La Commissione Oceanografica Intergovernativa dell’UNESCO (IOC/UNESCO), con il suo team di Ocean Literacy coordina Save The Wave, progetto che ha l’obiettivo di tutelare e ripristinare gli ecosistemi marini del Mediterraneo.

Ad oggi, il progetto Save The Wave è attivo a Mondello (Palermo) e alle Isole Tremiti, arcipelago al largo delle coste pugliesi, dove sono stati impiantati, in aree di circa 100 metri quadri, alcuni rizomi di Posidonia oceanica. L’attività di monitoraggio e reimpianto continuerà nel corso di tutta l’estate, insieme a iniziative di divulgazione per promuovere la consapevolezza e il coinvolgimento di cittadini, giovani studenti, pescatori, imprenditori del settore turistico costiero e non solo.

“È fondamentale diffondere la consapevolezza legata ai danni ambientali causati dalle azioni dell’uomo e far sì che le persone conoscano più da vicino l’oceano e il ruolo che ha nella nostra vita quotidiana. Per questo come IOC/UNESCO e in collaborazione con aziende private, ricercatori, istituzioni ed enti no profit, stiamo promuovendo programmi che affianchino la conservazione dell’oceano all’Ocean Literacy, vale a dire l’Educazione all’Oceano,
riconosciuta come uno dei pilastri per il raggiungimento degli obiettivi del Decennio del Mare e degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030”, spiega Francesca Santoro, Senior Programme Officer per IOC/UNESCO e responsabile a livello mondiale dell’Ocean Literacy per il Decennio del Mare.

Come possiamo proteggere la Posidonia oceanica?

Con l’intento di sensibilizzare cittadini e turisti sul valore e la fragilità della Posidonia oceanica, oltre che di tutto l’ecosistema marino, IOC/UNESCO e E.ON Italia condividono alcuni suggerimenti per trascorrere le giornate estive tra spiagge e calette nel pieno rispetto dell’oceano.

  • Conoscere per proteggere

Per rispettare la Posidonia oceanica, è importante comprenderne appieno il ruolo. Produzione di ossigeno, fonte di riparo e alimentazione per moltissime specie, riduzione dell’erosione dei litorali. Questi, e molti altri, sono i motivi per cui è di primaria importanza proteggere questa pianta.

Ma non solo. La capacità di trattenere grandi quantità di carbonio rende le praterie di Posidonia oceanica dei veri e propri ecosistemi Blue Carbon (carbonio blu), alleati cruciali per contrastare gli effetti del cambiamento climatico.

  • Attenzione a dove si getta l’ancora

Chi sceglie di trascorrere le proprie vacanze in barca deve rivolgere grande attenzione al tema dell’ancoraggio: ancorarsi sulle praterie di Posidonia oceanica significa, di fatto, strapparne ampie porzioni, sia durante la sosta che nel momento in cui si deciderà di salpare. È bene dunque sensibilizzare il diportista o lo skipper sul tema ed eseguire l’ancoraggio senza fretta e solo dopo aver monitorato le caratteristiche del fondale, così da evitare le zone con praterie di Posidonia.

  • Non abbandonare rifiuti in mare e sulla spiaggia

È opportuno preoccuparsi di non lasciare a terra lattine in alluminio, fazzoletti di carta, oltre ovviamente a bottiglie, buste o imballaggi in plastica. E, ultimi ma non per importanza, attenzione anche ai mozziconi di sigaretta.

La plastica, in particolar modo, è tra i principali problemi delle nostre acque.

Secondo il rapporto “The Mediterranean: Mare plasticum”, pubblicato dall’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN), ogni anno nel Mar Mediterraneo vengono scaricate circa 229 mila tonnellate di rifiuti di plastica, provenienti dalle città (50%), dai fiumi (30%) e daldal traffico marittimo (20%). Una volta raggiunta l’acqua, questa plastica si sposta a seconda della sua densità e delle correnti. Abbandonata in acqua, la plastica rilascia componenti chimiche in grado di creare grandi disagi ai cicli vitali, riproduttivi e nutritivi della fauna e della flora marina.

  • Creme solari

Attenzione, inoltre, alle creme solari. Ricordarsi di smaltirle correttamente e, se possibile, evitare di fare il bagno quando si ha uno strato di crema appena spalmato. Le sostanze chimiche contenute nelle creme possono alterare i processi riproduttivi e di fotosintesi della Posidonia e di molte altre specie vegetali dei nostri mari.

Se possibile, meglio privilegiare creme ocean-friendly, prive dei composti chimici incriminati ( benzofenoni, p-aminobenzoati, biossido di titanio e ossido di zinco).

 

 

 

 

 

Foto di Jeffrey Eisen: https://www.pexels.com/it-it/foto/mare-natura-spiaggia-sabbia-16037141/

 

 

About Umberto Urbano Ferrero

Umberto Urbano Ferrero, collaboratore - Torinese d’origine, cittadino del mondo per credo. Laureato in Lettere moderne, ama l’arte in tutte le sue forme e viaggia per conoscere il mondo, oltre che se stesso. Umberto è appassionato di sport e Urbano, al contrario di ciò che l’etimologia suggerisce, apprezza la vita a contatto con la natura. Ritiene la curiosità una delle principali qualità in una persona, caratteristica essenziale per guardare il mondo da più angolazioni.

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