Nadia Fusini, undici storie al femminile

Nadia Fusini, undici storie al femminile

 Nadia Fusini è scrittrice, anglista e traduttrice, con una ricchissima bibliografia alle spalle.

Moltissimi autori di lingua inglese, da Virginia Woolf a John Keats, da Shakespeare e  Samuel Beckett a Mary Shelley sono stati trasposti in lingua italiana grazie alla sua sottile arte di traduttrice, non solo di parole ma anche dello spirito che le anima.

E’ innegabile che al di là del Bardo, che l’ha ammaliata sin dagli inizi della sua attività letteraria, siano le donne ad aver catturato la sua attenzione.

Donne protagoniste delle grandi tragedie, come le “Donne fatali. Ofelia, Desdemona, Cleopatra”.

Donne che hanno lasciato la loro individuale impronta nella letteratura, come Virginia Woolf o Karen Blixen, Emily Dickinson o Katherine Mansfield.

Ma anche donne nate dalla sua scrittura, dalla sua capacità di elaborare il reale per fissarlo in figure enigmatiche o paradigmatiche, come le protagoniste di “Creature in bilico”.

Donne equilibriste e coraggiose

Le donne di Nadia Fusini posseggono un nome che le identifica, anche se a volte è tutto ciò che resta di una vita passata, oltrepassata, anche rinnegata.

Appaiono fugacemente nelle giornate altrui e poi se ne vanno, spesso per sempre.

Altre volte invece trascorrono esistenze trasparenti, all’ombra di coloro che hanno luce propria e finiscono per oscurare chi vive loro intorno.

Sanno voltarsi indietro e comprendere cos’è stato del loro tempo speso a vivere, con bilanci che devastano e annientano.

Non sono poi così diverse dalle donne reali su cui Nadia Fusini tanto ha scritto.

Tuttavia esse hanno acquistato un loro ulteriore spessore grazie alla sue parole che hanno cercato il sottotesto della narrazione, per portarlo alla luce.

Dalla bisbetica domata di Shakespeare alla complesse figure femminili di Virginia Woolf ogni donna ritrova la giusta identità nelle parole di Nadia Fusini traduttrice.

Profondità e spessore che ritroviamo nelle creature in bilico protagoniste dell’ultimo lavoro.

Ognuna di esse rappresenta uno spaccato del nostro mondo, richiama su di sé l’attenzione per le sue difficoltà, per i momenti in cui sembra perdere l’equilibrio, cadere nel vuoto quotidiano o esistenziale.

In fondo la storia dell’umanità ce lo ha sempre raccontato, di come la vita al femminile sia complicata e allo stesso tempo ripetitiva, sempre uguale nei meccanismi di base.

A conferma di questo pensiero Nadia Fusini costruisce nel testo un parallelismo tra le sue donne vere e le donne del mito, delle narrazioni ancestrali o delle tragedie più cupe.

Il mito, la leggenda o la fiaba sono puntellati da donne che combattono tra tenebrosi destini e volontà di sfidare il fato, così come accade ogni giorno nella vita reale.

La realtà delle donne di Nadia Fusini

Di Nadia Fusini è stato detto che sa cogliere “l’importanza del sogno e della fantasia per dare sostanza alla realtà e per avventurarsi nell’invisibile che ci abita oltre la ragione.”

Le donne partorite dalla sua fantasia sono estremamente reali, persone e non personaggi, simboli ferocemente vivi.

La loro vita è un continuo accelerare verso il dolore, la mancanza e infine la morte.

Non pessimismo gratuito, ma sguardo realistico per quanto doloroso.

Proprio il dolore è un elemento imprescindibile nella vita di ognuno, per giungere alla conoscenza bisogna frequentare anche le strade del dolore.

Dora, Cecilia, Giulietta, Susanna e tutte le altre sono un prodotto dell’immaginazione, esercizio della mente che Nadia Fusini considera equivalente a un gioco sofisticato.

E il gioco ha in sé la grande virtù etica di farci vivere l’esperienza del sé come dell’altro; ci insegna, cioè, a  spostarci rispetto alla fissità dell’identità. Io sono l’altro, questo è il più bel gioco del mondo.

Ognuna di queste creature ha valore per se stessa, non in quanto relazionata agli altri: le sue scelte, le sue decisioni o la sua incapacità di scegliere l’hanno portata dov’è.

Esse vivono nella lettura e nell’ascolto delle loro storie, troppo simili a quelle che ogni giorno si incarnano intorno a noi.

Nuovi miti contemporanei per Nadia Fusini

Scendere negli abissi della mente, prepararsi all’accettazione silenziosa e meditata, non cercare risposte dove non ci sono: è la necessaria disposizione d’animo per affrontare la lettura di queste storie.

Come quella di Ada, una delle più dolorose.

A lei è toccato di vedere una madre uccidere il proprio figlio, forse perché imperfetto, forse per un corto circuito della mente.

Una madre di oggi come Medea, una madre come quelle che troppo spesso sono finite sui rotocalchi che vivono sul dolore altrui.

Come può Ada dimenticare, tacere, riscattarsi?

Se Era, una delle divinità più onorate dell’antichità, aveva potuto essere moglie del proprio fratello, perché Agata non può fare altrettanto?

Ama da sempre e soltanto suo fratello Giacomo, solo nella concretizzazione di questo amore trova la sua completezza, ricongiunge le due metà, si dispone a morire d’amore.

Ninfa racchiude nel suo nome il suo destino: la sua vita è legata a Monet, il pittore delle ninfee, come lui vorrebbe rifare ad arte con la meraviglia dei pennelli e dei colori ciò che le manca in vita.

Ma la vita è altro da un quadro, ha regole che l’arte non conosce.

Giulietta, invece, come Gina ha abbandonato la normalità del quotidiano e vive per strada, in una improbabile fuga dalla realtà, facendo dei cartoni buttati a terra la propria casa.

Non sempre fuggire è la soluzione, ma a volte basta per andare oltre, per chiudere col passato.

Anche Teresa ha lasciato tutto e se n’è andata, perché non c’è più bellezza, le cose sono cambiate troppo e l’uomo è disperatamente solo nella sua esistenza, in un mondo dove non c’è più fratellanza.

Cecilia filtra il mondo attraverso il buio dei suoi occhi spenti, Marisa ha chiuso volontariamente le sue percezioni sensoriali e ha scelto la notte per vivere lontana dalla cacofonia assordante di un’esistenza umana che è tutta e soltanto rumore.

Anche le sorelle Alice e Aracoeli hanno scelto un’esistenza all’interno delle mura domestiche,  una simbiosi che si nutre di letture come quelle di Karen Blixen e Katherine Mansfield e che sperano possa permettere loro di non crescere mai.

Storie diverse che corrono parallele, storie di donne in un mondo complicato.

Storie da leggere perché, come dice Nadia Fusini, la lettura deve attivare l’anima.

Nadia Fusini, undici storie al femminileAUTORE : Nadia Fusini

TITOLO : Creature in bilico

EDITORE : Einaudi

PAGG. 192     EURO 16,00  (versione eBook euro 8,99)

 

 

 

 

 

About Luisa Perlo

Luisa Perlo, Critico Letterario dopo una vita spesa tra i banchi di scuola. Amante dei libri, dei gatti e dei viaggi, considera la lettura lo strumento più efficace per crescere, migliorarsi e trovare il proprio posto nel mondo.

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