Michele Guardì, terroni vs polentoni

Michele Guardì, uno sguardo all’Italia degli stereotipi

Il nome di Michele Guardì richiama alla mente non tanto le letture quanto le trasmissioni televisive.

Regista, autore e personaggio televisivo ha legato il suo nome a quello di Fabrizio Frizzi e Lorella Cuccarini, Massimo Giletti e Rita Della Chiesa, solo per citare alcuni dei personaggi più noti.

Il suo lavoro in Rai è iniziato nel 1969, passando attraverso Domenica In, Unomattina, I fatti vostri, Scommettiamo che..?, per poi arrivare alle regie più recenti.

La sua voce fuori campo caratterizzava le sue produzioni e gli spettatori lo ricorderanno come Il condominio, Il comitato o La giuria demoscopica.

Dal 2017 Miche Guardì è anche narratore, con il piacere di recuperare storie legate alla sua regione d’origine, la Sicilia.

Sono racconti che ignorano il presente e si catapultano nei decenni del secolo scorso, dipingendo una terra piena di contraddizioni e di difficoltà, forse nella speranza che di quelle caratterizzazioni oggi si sia persa la traccia.

Michele Guardì, Nord e Sud a confronto

Il primo dei suoi romanzi, Fimminedda, richiamava alla memoria le vicende del bell’Antonio di Vitaliano Brancati, con il dramma di un matrimonio non consumato.

Nella Sicilia degli anni Sessanta/Settanta una sposa ancora illibata dopo cinque anni di matrimonio metteva a rischio l’essere maschio dell’uomo, aprendo una questione d’onore.

La Ciantona, il romanzo più recente, è un gioco di incastri, di equivoci e malintesi, nello spirito della tradizione siciliana e dichiara l’amore di Michele Guardì per il conterraneo Pirandello attraverso il gioco della finzione.

Tra i due, cronologicamente parlando, si colloca Il polentone.

Qualsiasi lettore del nord a fronte di questo titolo sa che il termine si riferisce a lui, alla sua gente.

Ed è esattamente così: nel romanzo di Michele Guardì il polentone in questione è un funzionario piemontese, mandato in Sicilia a controllare che tutto sia a posto nella sezione della Democrazia Cristiana del piccolo paese di Castroianni.

Ancora una volte urge un richiamo, quello al forse più famoso piemontese inviato in Sicilia che si ritrova nelle pagine de Il Gattopardo di Tomasi di Lampedusa.

E’ il cavaliere Chevalley di Monterzuolo,  incaricato di offrire al principe di Salina la carica di senatore del neonato Regno d’Italia, il quale si scontra con un esempio di sicilianità divenuto proverbiale.

Michele Guardì recupera il contrasto tra terroni e polentoni e lo declina secondo le regole della commedia all’italiana, leggera e sotto sotto un po’ graffiante.

Un paese intero nelle pagine di Michele Guardì

Castroianni è un piccolo paese e al suo interno i ruoli istituzionali contano ancora qualcosa, agli inizi degli anni Settanta.

Intanto c’è un sindaco donna, Rosaria Calì detta la Sindachessa, che ne fa un paese all’avanguardia in un mondo dominato dal maschilismo.

Poi c’è la sua corte dei miracoli, dai tirapiedi agli oppositori di scarso peso, pronta a seguirne la malapolitica tipica di quei decenni.

Le mazzette dilagano come gli imbrogli, quelli che a Roma hanno suscitato dei sospetti sulla locale sezione della DC.

Possibile  che siano davvero così tanti gli iscritti al partito?

La risposta dovrà darla Graziano Bobbio, il polentone, funzionario torinese inviato da Roma per fugare o confermare i dubbi.

Il suo arrivo è come un sasso lanciato in uno stagno, le acque da chete si fanno torbide e l’unica arma possibile per un depistaggio è la finzione.

Finzione in nome della quale la procace Rosaria, per altro frigida dichiarata, cattura nella sua rete l’apparentemente algido piemontese, che da buon polentone si lascia ingannare.

Fidanzamento nozze e pericolo scampato, ma solo per il momento.

Quando l’ingannato si prende gioco dell’ingannatore

Il buon Graziano Bobbio diventa così il signor Calì e gli abitanti di Castroianni, paese che, per mancanza di litio nell’acqua corrente, registra il più alto tasso di pazzi di tutta la provincia, tirano un sospiro di sollievo.

I perversi incastri politici e i milioni nascosti in cassaforte frutto di mazzette e favori sono salvi.

Rosaria dimostra ben presto la sua indifferenza matrimoniale e nel volgere di un anno Bobbio ne prende atto definitivamente e decide di andare a vivere nella tenuta di campagna della moglie, le Serre, dove si dedicherà alla lettura e alla sua attività di radioamatore.

Michele Guardì, ribaltato lo stereotipo dell’uomo d’onore a scapito della donna, continua a mettere in scena personaggi macchiettistici, dalla fugace apparizione.

Tra tutti spiccano i traditori politici, che mettono a rischio Sindachessa, sodali e soldi nascosti in cassaforte.

Occorre un piano che salvi tutti e tre, un colpo di genio frutto dell’astuzia e dell’avidità.

L’Italietta degli anni Settanta è qui ritratta senza sconti, con rigorosa rigidità di posizioni e appartenenze, senza possibilità di appello.

Michele Guardì, come altri suoi conterranei del calibro di Sciascia e Camilleri, non si erge a difensore degli errori della Sicilia di quegli anni, non la giustifica e la mette in ridicolo in più occasioni.

Soprattutto ribalta il mito della furbizia araba che a Castroianni, fino a quel momento, avevano ritenuto un caposaldo esclusivo del patrimonio genetico siciliano.

Lo fa riscattando la figura del signor Calì, che si rivela assai più astuto del polentone a cui nessuno aveva dato il giusto peso.

Nel momento in cui la moglie sta organizzando un’azione diversiva per far sparire nelle proprie tasche e in quelle di pochissimi altri privilegiati il denaro sporco, Bobbio viene rapito.

Il suo locus aemenus è stato violato, distrutta la sua radio, sparite le sue tracce.

E’ necessario un riscatto, che dovrà essere pagato per evitare che il suo corpo scompaia magari in qualche colata di cemento.

Il mite funzionario dal misero stipendio, che ha sposato la Sindachessa anche ( e forse soprattutto) per i suoi possedimenti terrieri, che ha trovato nella giovane Celestina una compagnia quotidiana, si è trasformato in una scheggia impazzita.

A lui, al polentone bugianen, Michele Guardì ha affidato il ruolo di sparigliatore: solo a conclusione della sua incredibile sparizione verranno a galla le necessarie verità.

Michele Guardì, uno sguardo all’Italia degli stereotipiAUTORE : Michele Guardì

TITOLO : Il polentone

EDITORE : Baldini Castoldi

PAGG. 144     EURO 17,00   (versione eBook euro 9,99)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

About Luisa Perlo

Luisa Perlo, Critico Letterario dopo una vita spesa tra i banchi di scuola. Amante dei libri, dei gatti e dei viaggi, considera la lettura lo strumento più efficace per crescere, migliorarsi e trovare il proprio posto nel mondo.

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