Margherita Torretta, elogio della caparbietà

Margherita Torretta, elogio della caparbietà

Margherita Torretta, 37 anni, è una pianista solista italiana di fama internazionale.

Benchè molto giovane, può dire di aver vissuto tre vite e di aver scoperto che la parola chiave del nostro esistere è resilienza.

La rinuncia, la rassegnazione, l’arrendevolezza sono invece parole a lei ignote, come dimostra la sua storia personale.

Cresciuta col sogno di diventare una ballerina classica, ha dovuto rinunciare bruscamente alle sue adorate scarpette di raso a diciotto anni, quando un incidente domestico le ha cambiato l’esistenza.

Un incendio sviluppatosi in casa le ha procurato gravissime ustioni, in particolar modo alle gambe, cancellando il suo sogno.

Si sono poi susseguiti anni in cui Margherita Torretta aveva come unica necessità quella di recuperare una vita quotidiana normale, in cui potesse ritrovarsi.

Difficile però convivere con il dolore atroce delle cure, i tanti interventi chirurgici per gli innesti  cutanei, le cicatrici indelebili sempre sotto i suoi occhi.

Eppure la forza di reagire che ha trovato solo ed esclusivamente dentro di sé l’ha salvata, le ha donato nuovi giorni, nuove gioie, nuova vita.

Accantonata la danza – anche se dice che non è detto sia per sempre – il suo talento artistico ha trovato nella musica la strada per emergere.

Il pianoforte è diventato il suo fedele compagno di vita, portandola oggi ad essere una musicista talentuosa conosciuta a livello mondiale.

Una storia che ha il sapore delle fiabe antiche, quelle in cui il lieto fine era d’obbligo.

E invece è realtà, è un cammino testimoniato dalle numerose bellissime fotografie che la ritraggono seduta al pianoforte illuminata da un sorriso che non lascia dubbi sul suo essersi realizzata.

Tre vite dunque, e un grande insegnamento: mai arrendersi.

Margherita Torretta è diventata Sveva

Come un’araba fenice Margherita Torretta è risorta dalle sue stesse ceneri.

Il suo cammino è diventato paradigmatico, simbolo di come si dovrebbe sempre affrontare la vita, col muso duro di cui cantava Pierangelo Bertoli.

Una storia così potente ed emblematica meritava di essere raccontata, per diventare un aiuto rivolto a chi si lascia travolgere dall’arrendevolezza.

Invece di un’autobiografia, Margherita Torretta ha però scelto la strada del romanzo, cucendosi addosso il personaggio di Sveva, il suo alter ego.

Con la collaborazione di Anna Codega è così nato “Rimmel”, la cui protagonista ricalca i suoi passi.

Diventano suoi i luoghi, gli affetti, le traversie, le sofferenze e le grandi gioie, le delusioni e i trionfi.

Ma le mani che corrono veloci e sicure sui tasti del pianoforte sono quelle di Margherita, ed è lei che va immaginata in ogni contesto.

Un destino beffardo per Sveva/Margherita

Non c’è bambina che non abbia sognato di danzare sulle punte e Sveva non fa eccezione.

La sua è un’infanzia trascorsa in un paese del piacentino, con dei genitori poco affettuosi e una nonna straordinaria, la guida spirituale di una vita intera.

A diciotto anni, dopo aver guadagnato con infinita gioia l’ammissione al festival di Danza di Vignale Monferrato, si sente realizzata, completa, padrona dei suoi sogni e delle sue preziosissime scarpette da ballo.

Non le indosserà mai, perchè le sue gambe martoriate dalle fiamme non glielo permetteranno.

Non indosserà mai neppure gli abiti che amava disegnare e che ora le appaiono far parte di un’altra vita.

Sveva si ritrova sola dopo l’incidente: persino il suo ragazzo e la sua migliore amica si sono dileguati nel nulla, contribuendo a farla sprofondare nella sua angosciosa arrendevolezza.

La sua vita è diventata un buco nero, le sue emozioni positive non esistono più.

Margherita/Sveva ha vissuto la profonda e irrazionale paura che ognuno di noi conosce, quella che nel volgere di un tempo brevissimo la propria vita possa essere stravolta senza possibilità di ritorno.

Oggi Margherita Turretta, la grande pianista, ha fatto pace con se stessa, con le sue cicatrici, con il rifiuto di esporsi alla vista degli altri: ma sono trascorsi vent’anni prima che ciò accadesse.

Per uscire dal pozzo profondo della disperazione occorre un appiglio: per Sveva ha la forma di un pianoforte, uno strumento su cui negli anni aveva condotto i suoi primi studi musicali.

Ammessa al Conservatorio in un’età in cui molti musicisti si diplomano, chiude la porta del passato e si proietta nella sua terza vita, con lo slancio necessario a chi voglia risorgere dalla sua sofferenza.

La terza straordinaria vita di Sveva/Margherita Torretta

Se nell’ambito musicale tutto procede come un meccanismo oliato alla perfezione, così non è in campo sentimentale.

Gli anni in cui passa dal conservatorio Giuseppe Nicolini di Piacenza alla  Lake Como International Piano Academy, una delle più importanti al mondo, e al conservatorio Giuseppe Verdi di Milano le fanno capire quanto sia importante credere in se stessi e combattere per i propri desideri di riuscita.

Gli uomini al suo fianco non hanno la medesima percezione della vita e non sono dunque capaci di accompagnarla nel suo quotidiano.

Tuttavia,  l’unica perdita che giudica insopportabile è quella della nonna, l’insostituibile valore aggiunto della sua vita.

Nel tempo lavori per sbarcare il lunario e pagare l’affitto si affiancano a concorsi musicali, dopo essersi slegata del tutto dai vincoli della sua infanzia.

Arriva il successo, ma per superare tutti gli ostacoli ci vogliono forza di carattere e impegno senza fine, solo così i traguardi si avvicinano e ormai Sveva lo sa bene.

Il suo maestro le ha insegnato una filosofia di vita tanto semplice quanto fondamentale: La vita è un viaggio strepitoso, ma bisogna avere il coraggio di viverlo fino in fondo; se ci si arrende si perdono molte delle sorprese che il cammino ha in serbo per noi. Non fermarti solo al presente, allarga il tuo sguardo verso l’orizzonte e procedi.

L’ultimo passo da compiere per concretizzare il futuro è lasciare l’Italia: Sveva parte per Londra dove si stabilisce, da dove può finalmente conoscere il mondo e se stessa grazie alla musica.

Conclusione

Il romanzo di Margherita Torretta si conclude a Londra e non può andare oltre, perché questa città è il suo presente.

Qui vive ormai da anni, tenendo concerti in tutto il mondo, qui è tornata ad allacciare i nastri di raso delle sue scarpette alle caviglie.

L’araba fenice è definitivamente risorta.

Margherita Torretta, elogio della caparbietàAUTORE : Margherita Torretta,  Anna Codega

TITOLO : Rimmel

EDITORE : Pendragon

PAGG. 269          EURO 17,00

 

 

 

 

 

About Luisa Perlo

Luisa Perlo, Critico Letterario dopo una vita spesa tra i banchi di scuola. Amante dei libri, dei gatti e dei viaggi, considera la lettura lo strumento più efficace per crescere, migliorarsi e trovare il proprio posto nel mondo.

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