Lo scaffale di luglio 2023

Lo scaffale di luglio 2023

Lo scaffale di luglio 2023 si apre con una poesia di uno dei Grandi Autori del secolo scorso, Eugenio Montale.

Siamo ai primi di luglio e già il pensiero
è entrato in moratoria.
Drammi non se ne vedono,
se mai disfunzioni.

Che il ritmo della mente si dislenti,
questo inspiegabilmente crea serie preoccupazioni.
Meglio si affronta il tempo quando è folto,
mezza giornata basta a sbaraccarlo.
Ma ora ai primi di luglio ogni secondo sgoccia
e l’idraulico è in ferie.   ( I primi di Luglio)

 Giovanni Granatelli,   RESOCONTO.POESIE 2002-2022,   Scalpendi

Vent’anni di scrittura in versi, edita e inedita, selezionati e raccolti in questa antologia, vero e proprio resoconto letterario ed esistenziale, esaustivo repertorio di un autore appartato quanto intenso, di una poesia asciutta che ha il timbro del testimone e riesce negli anni a mantenersi felicemente lontana, nella sua musicale sobrietà da facili esche, ammiccamenti e colpi a effetto.

 

 

 

 

 

 

 

Coco Mellors,  Cleopatra e Frankenstein,   Einaudi

Lo scaffale di luglio 2023Un romanzo sulle fibrillazioni dell’amore, su tutte quelle relazioni imperfette nate da serate inaspettatamente perfette e, soprattutto, su New York: ancora una volta sfrenata, eccessiva, meravigliosa, irraggiungibile.

Quando Cleo e Frank si incontrano, nell’ascensore di un grattacielo a Manhattan la sera di Capodanno, non sanno che da lì a sei mesi si sposeranno e andranno a vivere insieme.

Ma quello che appare come un idillio, finirà per essere un infelice punto di svolta nella loro vita e in quella degli amici più cari.

 

 

 

 

 

 

Luca Bergamin,  Andare per fari,  Il Mulino

Lo scaffale di luglio 2023Sentinelle del mare, sentinelle dell’anima.

Da sempre punti di riferimento per chi naviga, i fari svettano nella loro bellezza e sinuosità architettonica all’imbocco di storici porti, in cima a falesie rocciose, su promontori suggestivi, spuntano da isolotti o scogli in mezzo al mare.

La moderna tecnologia ne ha un po’scalfito l’importanza, facendone risaltare, soprattutto attorno alla solitudine quasi ascetica dei loro guardiani, la dimensione di rifugio dalle procelle della vita.

Oggi, i fari sono divenuti un vero e proprio patrimonio culturale, raccontano la nostra storia di popolo di navigatori e offrono la possibilità di ripararsi nei loro rigeneranti silenzi.

L’itinerario si snoda tra coste e isole, da Genova e Trieste all’Arcipelago Toscano, con Sardegna, Campania, Sicilia, Puglia grandi protagoniste.

 

 

 

Marzio Sandro Biancolino,  I fiori si bagnano il venerdì. Vite e speranze sullo sfondo della Bosnia martoriata,  Oltre Edizioni

Nel campo profughi di Ceško, in Slovenia, anche un vaso di fiori su un davanzale poteva essere il segnale di vitali assestamenti dell’anima.

Nell’agosto del 2001, parte degli ospiti di quella struttura sono rientrati nel loro paesino in Bosnia, da cui erano scappati nel 1992 in seguito all’espansionismo serbo d’inizio guerra.

Altri compaesani che invece si erano riaccasati nel mondo li raggiungono per condividere un momento davvero speciale: la “Festa della rinascita” di Korljevo.

Da Milano arriva anche Massimo, volontario del gemellaggio che supportava il campo di Ceško, e che da quell’esperienza si era fatto assorbire in modo quasi viscerale, mentre da Trieste giunge Jana, psicologa che quell’intervento umanitario lo sovrintendeva.

Il gioioso evento offre ai convenuti l’opportunità per riannodare vecchi legami nel tempo sfilacciati o anche spezzati, in particolare quello tra Jana e Massimo.

Molte sono le sorprese che si snocciolano nei diversi incontri durante la festa, infine funestata da impensabili accadimenti che sconvolgono la piccola comunità bosniaca. E che fanno da sfondo al laborioso ripensamento del rapporto tra Massimo e Jana.

Un romanzo di sentimenti che consente anche di esplorare le sottese dinamiche psicologiche tanto dei profughi quanto dei volontari, oltreché il complesso quadro di criticità politiche e sociali connesse ai rimpatri postbellici in Bosnia.

Paolo Roversi,  Alla vecchia maniera,  Mondadori

Lo scaffale di luglio 2023Sono gli ultimi giorni dell’Expo, in una Milano silenziosa  in pieno centro viene ritrovato il cadavere di un avvocato dalla dubbia reputazione.

Ad arrivare sul posto è la giovane Camilla Farina, ispettore di polizia, che in quel freddo omicidio vede l’occasione per dimostrare il proprio talento.

Il caso, però, viene affidato a uno strano commissario, Luca Botero. Basette a metà guancia, trench e Church’s ai piedi, l’Amish – come viene chiamato da tutti – pare più adatto a un revival anni Settanta che per risolvere un delitto. A Botero bastano pochi minuti per dimostrare il solito formidabile acume investigativo: grazie a una combinazione di intuito, spirito di osservazione e memoria enciclopedica, legge tra le righe della scena del crimine meglio della Scientifica.

Era in fondo quello che sperava il questore: quando la moderna tecnologia diventa inutile, quando il mistero rasenta l’impossibile, Botero e il suo approccio tutto logica e deduzione si sono dimostrati sempre risolutivi.

Camilla viene aggregata alla squadra dell’Amish, variopinta e allergica alla modernità quanto il suo capo, e precipita tra fax, archivi cartacei e telefoni di bachelite, ma anche nel mistero che nasconde lo stesso Botero, la cui ossessione per il passato non è una posa, ma la conseguenza di un caso tutt’altro che chiuso.

 

Emanuele Altissimo,  L’avvelenatore,  Bompiani

Essere figli significa, in una certa misura, essere in balia di chi ci ha generati; ogni adulto porta dentro di sé questo marchio nascosto.

Nelle campagne dove Arno Paternoster è cresciuto, ogni anno i contadini spargono concimi azotati, fosforo, cloruro di ammonio: quando lui era bambino, suo padre gli mostrava le sinistre iridescenze delle pozzanghere per ricordargli che quelle sostanze scorrono anche nell’acqua con cui ci dissetiamo.

Ha fatto questo per tutta la vita, il dottor Paternoster, contaminare ogni pensiero di suo figlio, ogni scelta della famiglia come un veleno nascosto; ma era un medico stimato, un punto di riferimento in paese: nessuno avrebbe mai voluto credere che facesse un uso malato della sua autorità.

Adesso Arno è un uomo adulto, ha un buon lavoro, una bambina e una moglie in gamba, che fa la poliziotta. Non vede suo padre da anni, eppure lo ha sempre accanto come un’ombra: odiare qualcuno non ci libera della sua presenza.

E quando il dottor Paternoster viene ucciso, è naturale che sia Arno il primo sospettato. Arno che era appena tornato di nascosto nella casa di famiglia. Arno che non ha un alibi.

Un romanzo di sottile tensione psicologica.

 

Robert Seethaler,  Il bar senza nome,  Neri Pozza

Lo scaffale di luglio 2023Nell’estate del 1966 Robert Simon ha poco piú di trent’anni e un sogno: aprire un bar.

Cresciuto in un istituto per orfani di guerra gestito dalle suore della Carità, per qualche tempo ha lavorato come aiuto cameriere e garzone nei locali all’aperto del Prater, e forse è stato proprio lí – mentre girava fra i tavoli alla luce delle lanterne colorate, alla ricerca di bicchieri vuoti e mozziconi di sigaretta – che si è acceso in lui il desiderio di stare, un giorno, dietro il bancone della propria osteria.

Quando il bar all’angolo del mercato chiude i battenti, Robert capisce che la sua occasione è arrivata. Il locale, cupo e fatiscente, si trova in uno dei quartieri piú poveri e sporchi di Vienna, ma da qualche tempo spira un vento nuovo e l’aria è pervasa da uno strano fermento: sui giornali con cui i pescivendoli avvolgono i salmerini e le trote del Danubio si legge di grandi cose a venire, di un futuro radioso pronto a sorgere dal pantano del passato.

Infiammato da questi cambiamenti, Robert rimette a nuovo il bar, imbiancando le pareti, verniciando i mobili e lucidando le piastre dei fornelli. Non ha molto da offrire, ma i clienti arrivano comunque, portando storie di passioni, amicizie, abbandoni e lutti. Alcuni sono in cerca di compagnia, altri desiderano ardentemente l’amore, o soltanto un luogo dove sentirsi compresi, e mentre la città diventa sempre piú affollata, anche la vita di Robert si trasforma.

 

Isaac Rosa,  Lieto fine,  Einaudi

Una storia d’amore raccontata al contrario: dalla fine all’inizio.

Partendo dai tradimenti, le bugie, le difficoltà, la nascita delle figlie, il matrimonio, l’incanto dell’innamoramento, via via fino al primo incontro, al primo sguardo, alla scintilla.

Paradossalmente, al finale felice di una storia che il lieto fine non ha.

Antonio e Ángela stanno insieme da tredici anni, ne hanno poco piú di quaranta, hanno due bambine piccole, vivono nella costosissima Madrid e lavorano entrambi nel settore culturale.

Iniziando dal finale, e cioè dalla loro separazione, Isaac Rosa ripercorre in un lento rewind il loro rapporto, registrandone, come un implacabile sismografo, l’euforia, la stanchezza, le vette, i fallimenti, e allo stesso tempo le vibrazioni piú recondite e inconfessabili. Un’autopsia incessante dei desideri, delle aspettative e degli errori di una relazione amorosa, in cui emergono risentimenti e incomprensioni. Ma anche una galleria di momenti felici.

 

 

Paolo Crepet,  Prendetevi la luna,  Mondadori

Lo scaffale di luglio 2023«Prendetevi la luna» non è un consiglio, ma una suggestione. Non vale solo nei momenti difficili, ma anche in quelli di gioia, o quando si tende più alla rassegnazione che all’esaltazione.

Oggi più che mai siamo catturati dal presente e ce lo siamo fatti bastare, forse atterriti per ciò che potrebbe essere alle porte o per sazietà di quanto possediamo.

La famiglia fatica nella propria funzione autorevole, la scuola è inzuppata di burocrazia e impermeabile al cambiamento, l’attenzione per l’ambiente, tentando di garantire un futuro benefico, rischia di colpire la bellezza, mentre le tecnologie disegnano un mondo di relazioni mute e asservite a nuovi ordini categorici.

È come se il futuro proponesse messaggi controversi invece che rassicuranti. Eppure, non sono gli eventi che ci stanno cambiando, ma noi che cambiamo gli eventi.

Inseguire un orizzonte, non conquistarlo, questo è il senso di pensare e di scrivere. E oggi c’è proprio bisogno di cercare qualcosa di nuovo. Non tutti ci provano, né sentono quest’obbligo.

L’autore torna sui temi a lui più cari, l’educazione, la scuola, la famiglia, con un intento chiaro: fornire uno strumento per orientarsi oltre la coltre di nubi che oscurano la luna, ovvero la speranza. Per questo dice ai giovani e anche a chi non lo è più: prendetevi la luna. Ognuno la sua, ovviamente.

 

  Kai Bird,  Martin J. Sherwin,  Oppenheimer,  Garzanti

Considerato uno dei più grandi scienziati di tutti i tempi e un autentico prodigio della fisica, Robert Oppenheimer coordinò il leggendario progetto Manhattan che nel 1945 produsse la prima bomba atomica.

Di fronte all’esito devastante dei bombardamenti su Hiroshima e Nagasaki, tuttavia, il «distruttore di mondi» avanzò una radicale proposta per il controllo internazionale dei materiali nucleari e si oppose con fermezza alla realizzazione della bomba all’idrogeno.

Una monumentale biografia ripercorre la parabola di una vera icona dell’America degli anni Quaranta, dall’oscurità alla fama che lo portò a partecipare alle grandi sfide e ai grandi trionfi del XX secolo, fino all’umiliazione di trovarsi coinvolto, nel 1954, in una terribile inchiesta che avrebbe compromesso per sempre la sua reputazione.

Riflessione profonda sul rapporto tra scienza e potere, questo magistrale racconto proietta, attraverso la vita di un uomo, nuove luci e nuove ombre sulla storia di tutti noi.

 

 

About Luisa Perlo

Luisa Perlo, Critico Letterario dopo una vita spesa tra i banchi di scuola. Amante dei libri, dei gatti e dei viaggi, considera la lettura lo strumento più efficace per crescere, migliorarsi e trovare il proprio posto nel mondo.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Translate »