Alessandro Pagani, una risata salverà il mondo ( o forse no, ma sarà stato divertente)

Alessandro Pagani, una risata salverà il mondo ( o forse no, ma sarà stato divertente)

Istruzioni per l’uso di “500 CHICCHE DI RISO” di Alessandro Pagani:

  • acquistare il libro ( lo scrittore dovrà ben mangiare….)
  • scegliere un tempo e uno spazio a propria immagine e somiglianza
  • mettercisi comodi
  • sforzarsi di dimenticare le brutture quotidiane
  • aprire una pagina qualsiasi, dalla prima all’ultima, leggere una chicca e ridere, liberando tutta l’allegria compressa dai dettami del nostro Super Ego
  • in alternativa (ma questo l’ho copiato dalle pagine dell’autore) aprire una pagina di questo libro, leggere una chicca, ripetere l’operazione per altre 499 volte.

Ecco, al termine di questo processo, la cui bellezza sta nel fatto di poter essere ripetuto un numero indefinito di volte, non sarete probabilmente in grado di salvare il mondo, ma vi sentirete meglio, più allegri, più disponibili ad ingoiare tutti i rospi che incontrerete sul vostro cammino, più attenti a usare il vostro occhio critico, più propensi alla positività.

E scusate se è poco.

Alessandro Pagani eredita il nocciolo della tradizione toscana

Il suddetto processo avviene grazie allo spirito che anima l’ultimo libro pubblicato da Alessandro Pagani, un toscano doc che ha rinnovato lo spirito dell’umorismo di quella terra, che non per nulla ha dato i natali allo scrittore che ha “inventato” il divertimento narrativo per eccellenza.

Non conosciamo gli anonimi scrittori del duecentesco “Novellino”, a cui chiediamo scusa per non poterli ovviamente ringraziare, ma in compenso tutto sappiamo di Giovanni Boccaccio, che regalò ai suoi contemporanei il modo di di-vertirsi, ovvero di volgersi da, allontanarsi da quella che era la realtà di ogni giorno per garantirsi momenti di piacevolezza.

Da Giovanni Boccaccio sino ad Alessandro Pagani la Toscana non è mai venuta meno alla sua tradizione, facendo dell’umorismo e della comicità una sua propria chiave di lettura della realtà.

In punta di piedi, mentre la vita lo impegnava in mille ruoli diversi (autore, scrittore, batterista, eccetera…), l’autore  osservava la realtà con un occhio sempre più disincantato e, giunto alla maturità, si avvicinava alla letteratura umoristica e a quella comica, scoperchiando un vaso di Pandora e trovando nell’ironia, nel sarcasmo e nella comicità la chiave di volta per il suo percorso di scrittore.

Su questa strada si incontrano grandi Maestri ad ogni angolo (perché è una strada tortuosa, non lineare), da Pirandello con il suo concetto di umorismo a Queneau con i suoi esercizi di stile, dall’arte oratoria infarcita di retorica dei classici latini ai giochi di parole di Bartezzaghi, passando, se vogliamo, sui formicai dove anche le formiche, nel loro piccolo, s’incazzano.

C’è solo da scegliere in questo magma ribollente di scrittura l’aspetto più consono ai propri desideri e lasciarsi andare ad una lettura mai superficiale e affrettata, aggettivi che non si confanno a questo genere.

Alessandro Pagani gioca con le parole e inanella imprevisti significati con imprevedibili significanti

“500 Chicche di riso” è tutto questo a monte, è il risultato di un ribaltamento dei significati che genera ilarità, che a volte garantisce l’intuizione immediata e altre volte determina attimi di perplessità, prima che la risata liberatoria riesca a farsi strada tra aforismi, spostamenti di significato, scarti tra parole dette e parole pronunciate, ribaltamenti semantici, giochi ad incastro.

Sin dal titolo l’autore dichiara i suoi intenti: le chicche non sono chicchi, il riso non è quello coltivato nel vercellese ma è quello che nasce dentro di noi e che troppe volte abbonda sulla bocca degli stolti (mi perdoni Alessandro Pagani, ma a questi ultimi proibirei la lettura del suo libro, tanto non capirebbero….).

Ridere della realtà attraverso l’irrealtà, trasformare il reale in surreale, portare chi legge a ridere prima di tutto di se stesso, riconoscendosi in modelli che sono l’icona del nostro presente è un buon modo per demonizzare le maschere sociali che indossiamo inconsapevolmente, che finiscono per renderci incapaci di specchiarci nell’altro, di comprendere che prendersi troppo sul serio non è mai un bene.

Il Nota Bene a pagina 13, a ben guardare, è un esempio esilarante, nel contesto a cui ci indirizza Alessandro Pagani (“N.B. Ogni riferimento a fatti realmente accaduti e/o a persone realmente esistenti è da ritenersi puramente casuale”): è l’esatto contrario di ciò che accadrà gustando una chicca dopo l’altra, perché ci sembrerà più di una volta che il riferimento sia a noi, a un nostro amico, a un insopportabile cugino (tutti ne abbiamo uno), al compagno o alla compagna di vita, in un rovesciamento dei vizi e delle virtù per niente casuale.

Pillole di saggezza tra ironia e sarcasmo nelle chicche di Alessandro Pagani

I lettori stiano dunque attenti e pronti a scavare nelle parole e nei loro significati meno consueti, a giocare con la semantica, a riscoprire la forza delle parole.

Siete a spiaggia? Attenzione, “chi beve tanti alcolici perde la tintarella perché si sbronza.” (6)

Avete scelto il campeggio? “All’ingresso di un camping. «Abbiamo i prezzi più bassi di tutti. Chi ha orecchie per intendere, in tenda.»(11)

Tra le incombenze quotidiane c’è un passaggio in sartoria? “Tizio in una sartoria: «Per favore, mi attacca un bottone?» «Tutto iniziò sabato quattro agosto millenovecentocinquantasette alle ore diciannove e trentacinque in una giornata fredda e nuvolosa, quando nacqui nel reparto maternità dell’ospedale…» (74)

Consapevoli dell’importanza di conoscere l’inglese vi cimentate con le traduzioni? “«Traduca: Francesco lascia il cappello in macchina.» «Francis Ford Coppola.»(261)

«Traduca: Giovanna mi attira moltissimo.» «Calamity Jane.» (332)

Una freddura? «Matilde di Canossa.» «Nossa.»(486) 


Ed è tutto un procedere in questa direzione, tra ilari traduzioni in diverse lingue e un conclusivo TG spaziale, che ci proietta in un mondo in cui la banalità della comunicazione sarà identica a quella del nostro presente: “Scoperta nella galassia d’Ardesia enorme forza centrifuga. Indesit, Zoppas e Candy già in volo verso il sistema stellare.”

Un assaggio dell’insalata di riso estiva condita con l’umorismo di Alessandro Pagani è come la vendetta, un piatto da gustare freddo, da assimilare con lentezza, da digerire passo passo, perché in questo caso il troppo fa male, non permette di collocare le parole destrutturate al loro posto e cogliere lo stupefacente della realtà ribaltata come un guanto.

Un consiglio: lasciate aperto sul comodino il libro di Alessandro Pagani e ogni mattina, prima di rivestire i panni di chi sarete anche perché dovrete esserlo, regalatevi una chicca per sorridere, per affrontare il mondo là fuori che può essere meno brutto di come appare….

Alessandro Pagani, una risata salverà il mondo ( o forse no, ma sarà stato divertente)AUTORE : Alessandro Pagani

TITOLO : 500 CHICCHE DI RISO

EDITORE : 96 rue de-La-Fontaine Edizioni

PAGG. 116,    EURO 10,00

 

 

 

 

 

About Luisa Perlo

Luisa Perlo, Critico Letterario dopo una vita spesa tra i banchi di scuola. Amante dei libri, dei gatti e dei viaggi, considera la lettura lo strumento più efficace per crescere, migliorarsi e trovare il proprio posto nel mondo.

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