Dove nascono le emozioni e a che cosa servono

Valeria Fiorenza Perris

Le emozioni sono una componente essenziale del nostro vissuto quotidiano.

Permeano ogni aspetto della nostra esistenza, orientandoci nelle decisioni, guidando i nostri comportamenti e plasmando le nostre relazioni.

Tuttavia, nonostante la loro centralità nell’esperienza umana, il concetto di emozione può essere sfuggente e complesso.

Cosa sono, quindi, esattamente le emozioni e come influenzano il nostro benessere psicologico e fisico?

A queste e altre domande risponde la Dott.ssa Valeria Fiorenza Perris, Psicoterapeuta e Clinical Director di Unobravo.

Cosa sono le emozioni?

L’emozione è una reazione psicofisiologica che si manifesta in risposta a eventi significativi.

Il termine deriva dal verbo latino emovere che significa ‘agitare’ o ‘muovere verso l’esterno’, riflettendo l’idea che le emozioni siano stati dinamici capaci di scuotere la nostra mente e il nostro corpo.

L’American Psychological Association definisce l’emozione come “un modello fenomenico complesso, di natura reattiva, che coinvolge varie esperienze soggettive, sia di natura fisica che psicologica, non sempre a livello consapevole”.

In termini darwiniani, si ritiene che questo modello si sia evoluto per rendere più efficace la reazione dell’individuo a situazioni che richiedono una risposta immediata ai fini della sopravvivenza.

Queste reazioni non dipendono, infatti, dai processi cognitivi o dall’elaborazione cosciente e per questo consentono risposte rapide e automatiche agli stimoli.

Da dove hanno origine le emozioni?

Secondo le neuroscienze, le emozioni hanno origine dalle interazioni di varie regioni specializzate del cervello.

L’amigdala, per esempio, ha il compito di rilevare e interpretare gli stimoli esterni, come quelli legati a possibili minacce o, al contrario, capaci di generare piacere, e scatenare risposte appropriate.

Il sistema limbico (un insieme di strutte nel cervello), che governa l’elaborazione emotiva, lavora, invece, in tandem con la corteccia prefrontale, sede del pensiero razionale, e insieme regolano e interpretano le nostre emozioni.

Anche alcuni neurotrasmettitori, come la serotonina e la dopamina, svolgono un ruolo cruciale nel regolare le nostre risposte emotive.

Le emozioni scaturiscono, quindi, da un intricato processo neurale che, coinvolgendo percezione, interpretazione e risposta, plasma la nostra esperienza soggettiva del mondo.

Fisiologica, cognitiva, espressiva e comportamentale: le componenti delle emozioni

dove nascono le emozioni“Le emozioni sono il risultato di un complesso insieme di componenti fisiologiche, cognitive, espressive e
comportamentali. Quando sperimentiamo un’emozione, il nostro corpo subisce cambiamenti fisiologici che coinvolgono il sistema nervoso centrale e quello endocrino. Per esempio, la paura può accelerare il battito cardiaco e far sì che i muscoli vadano in tensione per prepararsi a entrare in azione. Oltre alla componente fisiologica, anche quella cognitiva gioca un ruolo chiave. Il cervello elabora i segnali corporei in risposta agli stimoli e li interpreta attraverso la valutazione cognitiva. Questo processo, che consiste nell’analizzare e attribuire un significato ai segnali del corpo, influenza la nostra percezione e risposta emotiva. Ciò spiega perché può capitare che due persone reagiscano in modo diverso allo stesso stimolo”, commenta Perris.

“La componente espressiva, invece, modula l’esibizione esterna dei nostri vissuti emotivi e fa sì che le emozioni possano manifestarsi agli altri attraverso espressioni facciali, gesti o posture corporee. Infine, c’è la componente comportamentale, intrinsecamente connessa alla motivazione, che induce l’organismo a mettere in atto azioni specifiche, come, per esempio, fuggire da un pericolo se ci sentiamo spaventati o, al contrario, avvicinarci a qualcosa che codifichiamo come attraente e che potrebbe suscitarci gioia. Queste quattro componenti rivestono tutte un ruolo fondamentale in quanto ci consentono di creare una risposta emotiva completa grazie a cui siamo in grado di reagire e adattarci efficacemente all’ambiente circostante“, aggiunge l’esperta.

Emozioni primarie e secondarie

Le emozioni costituiscono un elemento centrale nella conoscenza dell’essere umano e sono da sempre oggetto di studio da parte della comunità scientifica.

Uno dei contributi più significativi in materia è stato dato dallo psicologo americano Paul Ekman, che ha dedicato gran parte della sua carriera alla ricerca sulle espressioni facciali e sulle emozioni umane.

Ekman ha condotto numerosi esperimenti per identificare le espressioni del volto universali associate a specifiche emozioni e, sulla base di questi studi, ha formulato la teoria delle emozioni primarie e secondarie.

Le emozioni primarie sono considerate universali, cioè riconoscibili in tutte le culture umane, e innescate da eventi o situazioni specifiche. Esse includono: gioia, tristezza, rabbia, paura, disgusto e sorpresa.

Le emozioni secondarie, invece, sono considerate derivazioni delle emozioni primarie e coinvolgono processi cognitivi più complessi. Vergogna, gelosia, gratitudine, rimorso, orgoglio e imbarazzo rientrano tra queste.

Ekman ha contribuito a migliorare la comprensione delle emozioni umane e le sue teorie hanno avuto un impatto significativo in diversi campi, dalla psicologia alla medicina, fino al mondo dell’intrattenimento.

Lo studioso statunitense è, infatti, molto noto anche per il suo coinvolgimento in progetti cinematografici, come i film Disney Inside Out, a cui ha collaborato al fine di garantire una rappresentazione accurata delle emozioni.

Il potere dell’accoglienza emotiva

Le emozioni sono una parte fondamentale della nostra esistenza: conferiscono significato alle nostre esperienze, influenzano il modo in cui percepiamo il mondo, orientano i nostri comportamenti e guidano le nostre decisioni.

Tuttavia, se non comprese ed elaborate, potrebbero diventare travolgenti e avere il sopravvento su di noi.

Imparare a riconoscere e comprendere ciò che sentiamo è il primo, ma fondamentale, passo da compiere per poter vivere in armonia con le nostre emozioni e impedire che esse, in alcuni casi, prendano completamente il sopravvento. Praticare la consapevolezza e l’accoglienza emotiva ci aiuta, infatti, a identificare, capire e abbracciare ogni nostra sfumatura e stato d’animo, e stare meglio con noi stessi e con gli altri. È, inoltre, essenziale tenere sempre a mente che una vita emotivamente appagante non implica l’evitamento delle emozioni spiacevoli o una ricerca costante della felicità, ma piuttosto l’accettazione di tutte le emozioni come parte integrante dell’esperienza umana. Accogliere le nostre emozioni con gentilezza, compassione e senza giudizio, e sviluppare le abilità necessarie per affrontarle e gestirle con sempre maggiore efficacia, è la via da percorrere per poter sperimentare un benessere personale e relazionale“, spiega Perris.

Dieci consigli per coltivare l’accoglienza emotiva

1. Accogli ogni emozione

emozioni negativeLe emozioni non sono né positive né negative; sono semplicemente il modo in cui ci sentiamo in un certo momento.

Non ci rappresentano nella nostra interezza, bensì sono parte di un ritratto più ampio di noi stessi in relazione a ciò che viviamo. Accogliere le emozioni, in tutte le loro sfumature, è importantissimo in quanto ci consente di riconoscere e comprendere il nostro universo emotivo, promuovendo una maggiore consapevolezza di noi stessi.

2. Abbraccia le tue vulnerabilità

È del tutto normale e fisiologico avere delle vulnerabilità, poiché esse sono parte integrante del nostro essere umani.

Accettare le nostre fragilità ci consente di conoscerci meglio e instaurare relazioni più autentiche e significative con gli altri. Infatti, quando ci mostriamo per come siamo, anche con le nostre imperfezioni, creiamo un ambiente di autenticità e fiducia, dove ognuno si sente libero di essere se stesso, senza timore del giudizio e ciò permette una connessione più profonda e genuina.

Infine, dovremmo sempre guardare alle nostre vulnerabilità non come a difetti, bensì come a risorse preziose, che possono stimolarci a crescere, migliorare e superare i nostri limiti.

3. Datti il permesso di essere te stesso

Essere sé stessi significa scoprirsi e accettarsi nella propria unicità.

Essere autentici è essenziale in quanto ci consente di connetterci maggiormente con noi stessi, accogliere la nostra vera essenza e vivere una vita più piena, significativa e in linea con i nostri valori e bisogni.

4. Esprimi i tuoi vissuti

Le emozioni sono il fil rouge tra il nostro mondo interiore e l’esterno. Esternarle ci permette di stabilire una connessione profonda con gli altri, poiché attraverso la condivisione delle emozioni possiamo comunicare il nostro vissuto e comprendere meglio quello altrui.

Liberare le nostre emozioni non solo è la chiave per stare meglio con noi stessi, ma anche per legami più forti e sinceri.

5. Accetta i tuoi tempi

Ciascuno di noi ha i propri tempi. Non esiste un ‘tempo giusto’, in senso assoluto, per fare qualcosa di specifico, intraprendere un certo percorso o raggiungere un dato traguardo.

Per questo è importante accettare il proprio ritmo, ponendosi degli obiettivi realistici che rispecchino noi stessi e i nostri reali bisogni.

Ogni passo del percorso deve essere compiuto prendendosi il tempo necessario e con consapevolezza e fiducia nelle proprie capacità, senza scoraggiarsi di fronte agli ostacoli.

6. Stabilisci dei confini

Tracciare dei confini è essenziale per preservare noi stessi e i nostri spazi, tuttavia, se questi diventano muri, potrebbero finire col compromettere le nostre relazioni con gli altri.

Un confine implica la presenza di qualcun altro vicino a noi, con cui possiamo entrare in contatto. Pertanto, invece di erigere barriere, è importante imparare a costruire ponti che ci consentano di connetterci agli altri con apertura, fiducia e rispetto.

7. Ascolta prima di parlare

Ascoltare è più che sentire, poiché implica un coinvolgimento attivo. L’arte dell’ascolto è una dote essenziale da coltivare per poter migliorare la propria capacità di entrare in contatto con gli altri e stabilire un dialogo basato su empatia, comprensione e accoglienza reciproca.

8. Non giudicare, sii curioso

Non giudicare significa astenersi dalle prime impressioni e dalle opinioni frettolose, avvicinandosi all’altro con apertura e curiosità.

Questo atteggiamento consente di andare oltre la superficie e scoprire la vera essenza di una persona, in tutte le sue molteplici sfaccettature.

Riconoscere l’unicità di ciascuno arricchisce le nostre esperienze, poiché ogni individuo porta con sé una prospettiva unica e un valore inestimabile.

9. Maneggia le storie degli altri con cura

È fondamentale essere rispettosi verso chi sceglie di aprirsi con noi, custodendo con cura le storie che ci vengono affidate.

Ogni storia è un tesoro prezioso, che rappresenta una parte intima e significativa della vita di una persona e, perciò, merita di essere accolto con rispetto e considerazione.

Valorizzare le narrazioni altrui, mostrando sensibilità e gratitudine, contribuisce a dare vita a legami più profondi e autentici.

10. Sii il motore del cambiamento che ti serve

Lavorare su noi stessi per cambiare ciò che non ci piace nella nostra vita è un passo essenziale verso un maggior benessere personale.

È, infatti, solo liberandoci da ciò che non ci rispecchia o ci causa disagio e aprendoci a nuove esperienze che possiamo riscoprire noi stessi e dare slancio alla nostra vera essenza.

Il cambiamento consapevole è la via da percorrere per costruire una vita più soddisfacente e autentica.

 

 

 

Copertina Foto di Andrea Piacquadio: https://www.pexels.com/it-it/foto/collage-di-ritratti-di-donna-allegra-3807758/

Foto di Rodolfo Quirós: https://www.pexels.com/it-it/foto/foto-di-una-donna-che-ride-indossando-top-nero-2219118/

Foto di David Garrison: https://www.pexels.com/it-it/foto/donna-che-tiene-la-sua-testa-2128817/

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