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Talassofobia: cos’è e come affrontare la paura del mare?

Il profumo di salsedine nell’aria,  lo sciabordio delle onde, i colori brillanti che si estendono a perdita d’occhio: il mare è un vero e proprio toccasana per corpo e mente. Oltre ad apportare molti benefici al nostro organismo, il mare può esercitare numerosi effetti positivi anche sulla psiche.

Infatti, il mare e il sole sono potenti antidepressivi naturali. Trascorrere qualche giorno immersi in un ambiente marino può contribuire a migliorare il tono dell’umore. Tuttavia, coloro che soffrono di ansia o di depressione, possono avere qualche difficoltà a godere appieno dei benefici del mare. I luoghi affollati e il caldo potrebbero, infatti, causare malessere e disagio, andando a esacerbare l’emozione dell’ansia o eventuali sintomi della depressione. Per qualcuno, poi, il mare può rappresentare una paura insormontabile: stiamo parlando di chi soffre di talassofobia, un disturbo d’ansia caratterizzato da un timore intenso, persistente e irrazionale del mare o delle acque profonde.

Talassofobia: cos’è la paura del mare?

Il termine talassofobia deriva dalla congiunzione delle parole greche thalassa, che significa mare, e phobos, ossia paura e si riferisce a una condizione psicologica caratterizzata dalla presenza di un timore intenso e irrazionale del mare o degli specchi d’acqua.

Le persone che sperimentano la talassofobia provano una sensazione opprimente di timore e angoscia all’idea di trovarsi in mare aperto, di nuotare in acque profonde o, nei casi più gravi, di guardare immagini associate al mare.

Nel DSM-5, il Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders, la principale risorsa per la diagnosi delle patologie di salute mentale, la talassofobia è classificata tra le fobie specifiche, che si contraddistinguono per il manifestarsi di un timore acuto e persistente provocato dalla presenza, dall’attesa o, anche semplicemente, dalla rappresentazione mentale di oggetti o situazioni precisi. Nel caso della talassofobia la paura e l’ansia sono ricollegabili all’acqua.

Fare il bagno, nuotare al largo dove il fondo non è visibile, navigare o trovarsi in acque profonde, siano esse di mare, piscina o lago, possono scatenare intense sensazioni di disagio, apprensione e paura in coloro che soffrono di talassofobia. È importante non confondere questo disturbo con l’acquafobia, che rappresenta una paura generalizzata dell’acqua, né con l’idrofobia, un’avversione verso i liquidi causata dalla malattia della rabbia.

Vi sono poi alcune declinazioni specifiche della talassofobia. La cimofobia, ovvero la paura delle onde, del mare mosso o in tempesta. La scopulofobia, la paura degli scogli sommersi e di ciò che non si conosce del mare. Infine, la selacofobia, che ha come oggetto fobico gli squali.

Cause e sintomi

Le cause della talassofobia sono molteplici: esperienze traumatiche, predisposizione genetica e condizionamento sociale sono tutti fattori che potrebbero contribuire all’insorgere di questa condizione.

I talassofobici possono provare ansia, angoscia e attacchi di panico in prossimità del mare o anche solo al pensiero di esso.

Questa fobia può manifestarsi con sintomi come ansia, sudorazione eccessiva, tachicardia, palpitazioni, vertigini e nausea, quando si è vicini ad acque profonde. Questa paura irrazionale può generare disagio e impedire a coloro che ne soffrono di godere appieno del mare e dei suoi benefici.

Vincere la paura del mare col supporto della psicoterapia

“La talassofobia non è solo paura dell’acqua in quanto va a coinvolgere un’ampia gamma di altri aspetti caratteristici del mare, quali la profondità, l’imprevedibilità e il senso dell’ignoto.

Questa fobia può costituire un grande limite e influenzare profondamente la vita di chi ne soffre.

Come molte altre fobie, però, anche la talassofobia può essere affrontata e si può provare a superarla.

talassofobiaIl primo passo consiste sicuramente nel riconoscere questa fobia. In questo senso, è raccomandabile rivolgersi a un professionista della salute mentale che potrà offrire il suo supporto nella gestione della fobia anche utilizzando tecniche specifiche come l’esposizione graduale del paziente allo stimolo fobico, per esempio mostrando fotografie o filmati del mare e degli oceani, o suggerire al paziente di iniziare a riavvicinarsi al mare per riprendere familiarità con l’acqua”, spiega la Dottoressa Valeria Fiorenza Perris, Psicoterapeuta e Clinical Director del servizio di psicologia online Unobravo.

“La psicoterapia può essere di grande aiuto nel trattamento della talassofobia. In particolare, uno degli approcci più efficaci e ampiamente utilizzati per affrontare la talassofobia è la terapia cognitivo-comportamentale.

Attraverso la terapia cognitivo-comportamentale, il paziente può imparare a ristrutturare le credenze disfunzionali riguardanti il mare e le situazioni acquatiche temute. Approcci specifici, come l’esposizione graduale, possono aiutare il soggetto ad affrontare le situazioni temute e riprendere pian piano familiarità con il mare.

Questo processo di esposizione progressiva consente, infatti, al cervello di abituarsi agli stimoli ansiosi, riducendo pian piano la risposta fobica. Sebbene il percorso possa richiedere tempo e dedizione, è importante non scoraggiarsi. Con il giusto supporto e l’approccio terapeutico adeguato, è possibile imparare a gestire e, perché no, vincere la talassofobia e poter tornare ad apprezzare i grandi benefici che il mare può donare al nostro corpo e alla nostra mente”.

 

 

 

 

 

 

 

 

Immagine copertina e foto interna di Unobravo.

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