Esercizi pratici per combattere la timidezza

Ansia, stress e timidezza possono essere causati dal Sistema nervoso autonomo (SNA).

Perché?

L’obiettivo del SNA è proteggerci, farci sopravvivere. Così, in alcune situazioni, porta all’attivazione di comportamenti e pensieri negativi che possono bloccarci, impedendo di vivere nuove esperienze o di perseguire i propri obiettivi.

Così si trascorre la vita nella paura, in modalità ‘sopravvivenza’, in maniera inconscia.

Tutto questo causa frustrazione, ansia, stress, timidezza, tristezza, sfiducia in sé stessi e negli altri.

L’eccessiva protezione del SNA causa anche problemi di salute, come cattiva digestione, infiammazioni, tensioni muscolari o disturbi del sonno.

È possibile rieducare e regolare il Sistema nervoso autonomo?

timidezza nervo vagoSì, ecco come:

  • Imparando a riconoscere i comportamenti e i pensieri che suscita, che fanno rimanere nella modalità ‘sopravvivenza’ e che non lasciano vivere la vita appieno, con appositi esercizi pratici;
  • Affidandoci al nervo vago, che fa parte del Sistema nervoso autonomo. Parte dal tronco encefalico e si collega a tutti gli organi per prendersi cura di noi. Lavorare su di esso porterà a riacquisire fiducia in se stessi, perché rimodellerà il nostro SNA, restituendogli la flessibilità necessaria per rientrare in connessione con il senso di sicurezza con cui siamo nati (e che il SNA blocca).

Ecco quindi alcuni esercizi, che sono stati raccolti daLudovic Lerouxnel suo nuovo volume “Il nervo vago – Addio a stress, ansia e timidezza” (Edizioni Lswr).

Il libro contiene un metodo di coaching inedito per domare il sistema nervoso autonomo e vivere con piena sicurezza.

Combattere la timidezza: ecco due esercizi per la neurocezione, cioè il nostro sistema di allarme

La neurocezione è il nostro sistema di allarme: un radar che ci consente di sapere se siamo al sicuro o no.

Senza esserne coscienti, quando il corpo vive un’insicu­rezza, la neurocezione ci consente di percepirla. Alle volte però la neurocezione si attiva in contesti in cui non sarebbe necessaria, ‘proteggendoci’ quando non occorre.
Con appositi esercizi, però, possiamo svilupparla diventando più consa­pevoli delle sensazioni che ci provoca, così da riuscire a riconoscerle e cambiarle.

  • Esercizio 1- Prossimità

Mettetevi uno di fronte all’altro, a 4-5 metri di distanza e concentratevi, nel corso di tutta l’esperienza, sulle vostre sensazioni, su ciò che il corpo vi dice. In altre parole: sulla neurocezione.

Fate un passo per avvicinarvi e osservate cosa cambia in voi. Se vi sentite a vostro agio, fate ancora un passo e ricominciate a osservarvi.

Che sensazioni sentite nel corpo? Cosa succede? C’è una piccola tensione, anche se solo subliminale? Esaminate tutte le sensazioni, anche la più sottile, senza cercare di raccontarvi una storia, né di rassicurarvi con frasi come “Va tutto bene, non c’è motivo di sentirsi insicuri, è un mio amico, o mia sorella”.

Continuate ad avvicinarvi e, ogni volta, scoprite cosa succede nel corpo. La minima sensazione, tensione, deglu­tizione o leggera agitazione, il rallentamento del respiro o restare in apnea per qualche secondo segnalano che sta accadendo qualcosa.

Sapete perfettamente di non avere nulla da temere, eppure il vostro corpo vi informa di un pericolo. Ha attivato la neu­rocezione per avvertire che state vivendo una situazione di insicurezza, anche se davanti a voi avete vostra sorella, vostra madre o un amico.

Successivamente, sarà il cer­vello a rassicurarvi, quando avrà stabilito che non siete in pericolo.

  • Esercizio 2- Lo sguardo

timidezza patologicaIn coppia, scambiatevi tre sguardi diversi. Come prima cosa, guardate l’altra persona con sguardo scocciato, come se foste arrabbiati con lei. Naturalmente, sarà il destinata­rio dello sguardo a osservare le sensazioni del corpo nel momento in cui riceve l’informazione.

Mantenete lo sguardo per 20 secondi cercando di restare seri, se siete con persone che conoscete. A volte, anche con gli sconosciuti, può scappare da ridere. È una risata ‘ner­vosa’ che appartiene allo stato simpatico di fuga, quando ci troviamo a disagio.

Poi, passate a uno sguardo neutro, senza espressione, perso nel vuoto, senza intenzioni, e mantenetelo di nuovo per 20 secondi. La persona che riceve lo sguardo osserverà nuovamente le sue sensazioni.

Infine, terminate con uno sguardo dolce, caloroso, come se voleste trasmettere amore. Per altri 20 secondi, la persona guardata osserverà di nuovo le sensazioni del corpo. Alla fine, scambiatevi i ruoli.

È facile immaginare che uno sguardo nervoso e cupo ci farà reagire. Cogliamo un’informazione di insicurezza e, molto rapidamente, iniziamo a cercare un significato.

Attingeremo alla memoria per capire cosa possiamo aver fatto che spieghi il comportamento dell’altra persona.

Il corpo si attiva per reagire all’informazione e preparare una reazione di attacco, fuga o inibizione.

 

 

Copertina Foto di Andrea Piacquadio: https://www.pexels.com/it-it/foto/uomo-che-indossa-una-felpa-rossa-e-pantaloni-neri-appoggiato-al-muro-845434/

Foto di George Milton: https://www.pexels.com/it-it/foto/donna-sole-luce-del-sole-giovane-7034053/

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