Adolescenti e mezzi tecnologici: si riscontra un utilizzo problematico?

Adolescenti e mezzi tecnologici: si riscontra un utilizzo problematico?

Adolescenti e mezzi tecnologici: che genere di rapporto si istaura? Non bisogna negare i vantaggi della tecnologia.

Tuttavia l’utilizzo eccessivo di smartphone, internet e gaming, specialmente quando è cronico, può produrre conseguenze a lungo termine. Sulla base di dati in nostro possesso, in effetti, esso può influenzare il processo adolescenziale di rimodulazione dei circuiti cerebrali.

La tecnologia spinge tutti verso l’implementazione di modalità di attenzione differenti. Si detemina necessità di maggior flessibilità e rapidità, all’insegna del multi-tasking. L’attenzione, maggiormente diffusa, fa peggiorare la performance. Rende più lenti anche la sola presenza di un device potenzialmente attivo: i tempi di completamento di un compito si allungano e si determina uno stato di allerta. Capita di controllare il telefono più volte, anche in assenza di altri segnali. La memoria viene esternalizzata: il cellulare o internet conservano un numero sempre maggiore di informazioni, creando mappe mentali differenti per recuperarle.

Adolescenti e mezzi tecnologici: vita di relazione

Adolescenti e mezzi tecnologici: si riscontra un utilizzo problematico?Quando si dipende da internet o videogiochi, in età adolescenziale, ciò agisce a discapito della vita reale, scolastica e di relazione. Può accentuarsi, di conseguenza, il ritiro socio-relazionale. Adolescenti e mezzi tecnologici: l’acquisizione delle competenze emotive, affettive e relazionali, nonché di quelle accademiche, si altera di conseguenza, sensibilmente. Lo stato di allerta che la dipendenza da tecnologie crea ha conseguenze che si riscontrano sull’attenzione, sulla memoria e sui ritmi del sonno. Un dato è certo: sono ancora da valutare le conseguenze delle nuove tecnologie in periodi sensibili dello sviluppo cerebrale, come il periodo adolescenziale. Francesca Merzagora, presidente Onda, si è espressa in questo modo: “L’adolescenza è un periodo centrale del percorso di sviluppo individuale, che richiede la stessa attenzione dell’infanzia; è una transizione neurobiologica fondamentale per dare forma al cervello adulto. Il ruolo della famiglia è centrale per individuare i rischi a cui sono esposti gli adolescenti come l’abuso di nuove tecnologie che prima del sonno impatta negativamente sui circuiti cerebrali alterando il ritmo sonno-veglia”.

Adolescenti e mezzi tecnologici: concetti di tempo e di spazio

Che cosa comporta, in effetti, la tecnologia? Una modificazione dei concetti di tempo e spazio. Si osserva, di conseguenza, una profonda accelerazione dei ritmi di vita e allo stesso tempo riducendo le distanze.

Secondo Gemma Lacaita, direttore socio-sanitario della Asst Fbf-Sacco di Milano, “Tutto questo comporta una sovra-stimolazione sensoriale. Tutti siamo sottoposti a sempre maggiori stimoli, che possono comportare importanti conseguenze sul benessere psichico individuale”.

Adolescenti: quando si cambia

Claudio Mencacci, direttore del dipartimento Neuroscienze e salute mentale dell’Asst Fbf-Sacco di Milano e autore, insieme a Giovanni Migliarese, del volume Quando tutto cambia. La salute psichica in adolescenza (Pacini editore), ha aggiunto: “Gli adolescenti di oggi sono stati correttamente definiti ‘nativi digitali’. Questa terminologia sottolinea che l’adolescente vive il proprio sviluppo identitario in un mondo in cui uno degli aspetti centrali è rappresentato dalla tecnologia. Diviene quindi fondamentale cercare di comprendere quale possa essere l’effetto di questi strumenti nel percorso di modellazione cerebrale adolescenziale”.

Adolescenti: la tecnologia è ovunque

La tecnologia è ovunque, ormai, nella vita degli adolescenti italiani.

I dati Istat parlano chiaro. Si segnala che quasi il 95% dei ragazzi tra i 14 e 19 anni utilizza internet. Secondo gli studi internazionali, l’utilizzo della tecnologia può diventare problematico in una percentuale compresa tra l’1 e il 4% circa di questi ragazzi. Secondo le stime che riguardano il Bel Paese, sono in 300 mila tra i 12 e i 25 anni coloro che hanno dipendenza da internet. Soggetti che si isolano e “perdono il treno” della propria adolescenza: non captano la ricchezza insostituibile che caratterizza la vita reale, che permette di creare e sviluppare competenze emotive, affettive e relazionali.

Giovanni Migliarese, coautore del libro e responsabile del Centro Adhd adulti della Asst-Fbf-Sacco, ricorda che L’Organizzazione mondiale della sanità ha presentato, nel 2005, un piano d’azione finalizzato a favorire la salute mentale, riconosciuta finalmente tra i capisaldi del benessere individuale. Si riscontra, in esso, che le malattie psichiche portano importanti conseguenze per l’individuo e per la qualità della sua vita, con impatto non solo sul benessere del soggetto, ma anche sullo stato di salute della società intera. Bisogna ridurre, con azioni mirate, i fattori di rischio che si presentano quando i disturbi psichici si rendono non più latenti. Altre azioni sono tali da permettere il miglioramento degli stili di vita e rendere più efficaci i fattori protettivi.

Ci sono periodi della vita cui è necessario prestare particolare attenzione: momenti nei quali si è estremamente sensibili a fattori patogeni. L’intervento in tali fasi, comunque, permette di ridurre gli effetti deleteri delle patologie sul lungo termine. Sulla base di numerosi studi, gli anni della prima infanzia sono centrali nello sviluppo della salute psichica individuale. Come segnalato in diverse ricerche, tuttavia, bisogna considerare cruciali anche gli anni dell’adolescenza: un periodo di fondamentale transizione neuro-biologica, oltre che psicologica.

E’ in questi anni che il cervello si modella e si definiscono le reti di connessione neurale. In tal modo, l’individuo acquisisce acquisire competenze cognitive, relazionali e affettive, stabili, sostanzialmente, nel resto della vita.

Adolescenti: una platea ampia

Sono circa 8 milioni e 200 mila giovani tra i 12 e i 25 anni che vivono oggi in Italia.

Tra loro, circa il 10%, sempre sulla base di dati Istat, si dichiara globalmente insoddisfatto della propria vita, delle relazioni amicali, familiari e della salute. E’ significativo il numero di giovani che versa in una situazione di difficoltà emotiva. Sono circa il 10% coloro che sono colpiti da forme depressive o ansiose in questa fascia di età. 800mila giovani che bisogna prestare attenzione. Come fare? Una buona idea è riconoscere tutti quei fattori tali da favorire l’esordio e il mantenimento di patologie psichiche.

Adolescenti e mezzi tecnologici: a quali aspetti prestare attenzione

A parte sostanze stupefacenti, stress, maltrattamenti e violenza e abusi, che hanno un impatto negativo riconosciuto, ci si è chiesti quale sia il possibile ruolo della tecnologia. Quale può essere l’effetto di questi strumenti nel percorso di modellazione cerebrale adolescenziale, soprattutto se si verifica un’eccessiva esposizione a questi mezzi?

Adolescenti e mezzi tecnologici: azione sulla materia bianca del cervello

Numerosi studi, nella letteratura internazionale, segnalano gli effetti sullo sviluppo cerebrale dell’utilizzo eccessivo di smartphone, gaming, internet e social network. Spicca un dato interessante, seppure preliminare: sono state riscontrate vere e proprie modificazioni della materia bianca (prevalentemente dei fasci di connessione cortico-subcorticali) in ragazzi con dipendenza marcata da smartphone che ricalcano, almeno in parte, quelle già riscontrate in soggetti con dipendenza da internet.

Ci sono due reti in gioco: la rete sociale mediata dalle tecnologie e la rete neurale. Si spera che i meccanismi biologici possano prevalere su quelli artificiali.

Adolescenti: caratteristiche individuali e tecnologie

Caratteristiche individuali degli adolescenti sono state associate a tale rischio di dipendenza.Adolescenti e mezzi tecnologici: si riscontra un utilizzo problematico?

Secondo alcuni studi, esistono rischi elevati, per esempio, per soggetti con forme di autismo ad alto funzionamento. L’utilizzo eccessivo di questi strumenti può riempire il vuoto che deriva dalle difficoltà a livello socio-relazionale, creando una sorta di stabilizzazione, di falso equilibrio: esso, quando interrotto, porta a forti crisi.

Il disturbo da deficit di attenzione/iperattività, Adhd, è stato collegato alla dipendenza da internet. Sotto accusa è la struttura stessa di alcuni giochi, che incentivano a raggiungere il livello successivo. Pensate all’effetto per i ragazzi dipendenti da ricompensa.

Se poi l’esposizione alla tecnologia è eccessiva, è stato ravvisato anche un peggioramento sintomatologico nei bambini e negli adolescenti con Adhd: alcuni dati preliminari segnalano effetti cognitivi.

In presenza di tecnologia, è l’approccio al reale a modificarsi. Chiedendo a uno strumento di fare una cosa, non si è più capaci di agire indipendentemente. La tecnologia implementa quindi alcune forme di apprendimento e alcune competenze cognitive a discapito di altre.

Adolescenti e mezzi tecnologici: la vibrazione fantasma

Così si esprime Mencacci: “La presenza ubiquitaria della tecnologia provoca quella che potremmo definire come una vera e propria sovra-stimolazione sensoriale. I ragazzi sono sempre esposti a micro-stimolazioni attraverso gli smartphone. Alert, messaggi, like tendono a creare uno stato di allerta, con conseguenze che si riscontrano sull’attenzione, sulla memoria e sui ritmi del sonno. Quasi il 90% dei ragazzi riferisce di aver sperimentato il fenomeno della ‘vibrazione fantasma’ ovvero del falso allarme di ricezione di un messaggio sul cellulare”.

Secondo Migliarese, inoltre, “La tecnologia permette enormi vantaggi sul versante dell’acquisizione delle conoscenze, specialmente di conoscenze settoriali e tecniche, mentre rischia di non aiutare nella creazione delle competenze emotive, affettive e relazionali. L’aspetto centrale dell’adolescenza, che potremmo anche definire come l’età delle scelte, risulta proprio quella di non lasciare irrisolte problematiche emotive, relazionali e affettive. È quindi centrale la necessità di prestare attenzione ai ragazzi che mostrano un pattern problematico di utilizzo di questi mezzi”. Siamo ben lontani dal definire il tipo umano di adolescente che dovrebbe essere tenuto lontano dal World wide web e dai videogame: sono state definite, in questa sede, sintomatologie specifiche. Si richiede del resto, da parte del genitore, una forma di dialogo e di partecipazione, nei confronti di ogni figlio adolescente, nel mondo dominato da internet.

About Isabella Lopardi

Isabella Lopardi ha lavorato come giornalista, traduttrice, correttrice di bozze, redattrice editoriale, editrice, libraia. Ha viaggiato e vissuto a L'Aquila, Roma, Milano. Ha una laurea magistrale con lode in Management e comunicazione d'impresa, è pubblicista e redattore editoriale. E' preside del corso di giornalismo della Pareto University.

One comment

  1. Isabella Lopardi, thank you ever so for you post.Much thanks again.

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