Neuroestetica: la vita progredisce seguendo la bellezza

Neuroestetica: la vita progredisce seguendo la bellezza

Avete mai sentito parlare di neuroestetica?

Forse no, ma sicuramente tutti sanno che cosa sia la bellezza, anche se non è semplice da definire.

Nel mondo letterario in molti si sono concentrati su questo tema.

“La bellezza è una promessa di felicità“, affermava lo scrittore francese Stendhal.

“La bellezza salverà il mondo“, diceva invece lo scrittore russo Dostoevskij.

Tuttavia, la bellezza può davvero influenzare la nostra percezione di ciò che ci circonda? Se si, come?

Neuroestetica: come agisce la bellezza sul cervello?

La neuroestetica è una nuova disciplina che nasce dall’applicazione delle metodologie e delle prospettive di ricerca delle neuroscienze al campo dell’estetica.

In poche parole, come il ‘bello’ può influenzare le nostre percezioni cognitive.

Semir Zeki, neurobiologo britannico, è uno dei padri di questa disciplina. I suoi studi hanno contribuito all’idea che la bellezza possa, in qualche modo, essere quantificabile da un punto di vista scientifico.

Neuroestetica: la vita progredisce seguendo la bellezza
Enrico Grassi

“La bellezza si accompagna sempre all’attività neurale di una specifica parte del cervello deputata all’elaborazione delle emozioni che si chiama field A1 e si trova nella corteccia orbito frontale mediale (mOFC)”, spiega Zeki.

Come possiamo affermare, a questo punto, che ciò sia quantificabile? La risposta, grazie alla neuroestetica, è molto semplice.

Più è intensa l’esperienza del bello e maggiore sarà l’attività di quest’area del cervello.

“Il bello, dal punto di vista scientifico, attiva un circuito dopaminergico nel quale sfociano stimoli molto diversi tra loro. Questo prende il nome di circuito del reward, vale a dire della ricompensa. La liberazione di dopamina può essere dettata, infatti, dall’ascolto di un brano musicale, da una vincita alla lotteria, dal consumo di droga, dall’atto sessuale e dalla visione di un bel quadro“, spiega Enrico Grassi, coordinatore nazionale del gruppo di studio Neuroscienze del comportamento della SNO (Società dei Neurologi Neurochirurghi Neuroradiologi Ospedalieri italiani) e SOC Neurologia dell’Ospedale di Prato.

“Il ‘bello’ stimola un’area del cervello, più precisamente la corteccia mediale orbito frontale. Le cortecce prefrontali sono la parte del cervello che probabilmente ci differenza di più dai primati e che si sono maggiormente sviluppate nell’uomo durante la nostra evoluzione”, continua Grassi.

Infatti, a questo punto, potremmo affermare che gli esseri umani sono dotati di un sistema nervoso centrale in grado di riconoscere la bellezza.

La bellezza attraverso l’evoluzione della specie e la selezione sessuale

Charles Darwin, celebre biologo e antropologo, ha introdotto i concetti di evoluzione della specie e selezione sessuale.

Il primo riguarda la teoria evolutiva che ha aperto la strada agli studi sui primati come antenati della specie umana.

Il secondo, invece, portava avanti la tesi che fossero le femmine, nelle specie animali prese in esame, a scegliere il partner maschile in base a determinate caratteristiche estetiche. Ciò, in una società maschilista come quella in cui viveva lo studioso, creò molti problemi.

Neuroestetica: la vita progredisce seguendo la bellezzaFacciamo un semplice esempio. Darwin si domandò per quale motivo il pavone si fosse evoluto con la magnifica coda a ventaglio che tutti conosciamo. Agli occhi di uno scienziato sembrava qualcosa di sfavorevole in natura in quanto, aprendo la coda, il pavone risultava un bersaglio facile per i predatori.

Tuttavia, scoprì che la colorata e ipnotica coda del pavone serviva ad attrarre gli esemplari di pavone femmina. E non solo, per il pavone come per moltissimi altri esemplari di animali di sesso maschile, migliori erano i connotati estetici e, conseguentemente, migliore era lo stato di salute dell’individuo.

Tutto ciò portava le femmine a preferire partner più belli poichè, essendo in salute, avrebbero garantito geni migliori alla progenie.

“La femmina, in quest’ottica, guida e crea la bellezza del mondo“, continua Grassi.

La nostra specie segue le stesse regole?

Neuroestetica: la vita progredisce seguendo la bellezza“Per le persone il discorso è di gran lunga più complesso. I caratteri di bellezza e salute sono mutati nel tempo e sono frutto della cultura di riferimento” afferma Grassi.

Dal corpo tondo e ritenuto simbolo di fertilità delle donne preistoriche alle parrucche per uomini e donne nel 17º secolo, il trucco su guance e occhi per aumentare la sensualità, braccialetti, collane, orecchini, gonne, jeans, abiti da sera, costumi. Stratagemmi, mode e gusti che, nell’arco della storia umana sulla Terra, hanno contribuito al gioco della vita, e della riproduzione della specie, voluto dalla Natura.

Esiste, quindi, il ‘bello’ oggettivo?

Possiamo affermare, a questo punto, che in natura esista una bellezza oggettiva.

Tuttavia, per quale motivo un fiore attrae le api e, allo stesso tempo, anche le persone?

“Esistono nella magnificenza della natura un ordine e una struttura che risalgono a studi degli antichi Greci. Si tratta della proporzione aurea“, spiega Grassi.

La proporzione aurea ci mostra come moltissimi elementi in natura siano riconducibili a proporzioni e formule matematiche e geometriche. Alcuni esempi? I fiori, le conchiglie, i pianeti e molti altri ancora.

Platone, celebre filosofo e scrittore greco, sosteneva infatti che la bellezza assoluta fosse quella matematica. Infatti, in questo senso, la matematica diviene il linguaggio per comprendere la meraviglia di ciò che ci circonda.

“Il Canone“, per esempio, è un trattato di anatomia umana scritto da Policleto nel 450 a.C., che illustra le giuste proporzioni del corpo umano che si potrebbe definire ‘perfetto‘. E indovinate un po’? Anche in questo caso si parla di proporzioni matematiche e forme geometriche.

Bellezza e omologazione

Continuando a parlare di bellezza, ma prendendo in esame i tempi odierni, in molti ritengono che nella società conti maggiormente ‘apparire‘ rispetto a ‘essere‘.

E, anche se non è sempre evidente, il binomio bellezza-salute si manifesta ancora in molti modi.

“Molte persone non accettano il proprio declino fisico e i propri difetti fisici. La ricerca spasmodica della bellezza, in quest’ottica, diviene un baluardo al quale aggrapparsi”, spiega Grassi.

Ecco spiegato, per esempio, il successo delle operazioni di chirurgia estetica, o dei filtri sui social.

“Tuttavia, tutto ciò ci porta verso l’omologazione, verso una bellezza effimera e illusoria“, continua Grassi.

Per il neuroscienziato, invece, la vera bellezza, che è sintomo anche di salute, sarebbe da ricercare nella ricombinazione genetica, attraverso l’incrocio di popoli e culture diverse.

Neuroestetica e cura

“Stare in un ambiente naturale e sano porta a un benessere generale della specie”, spiega Grassi.

Forse è proprio questo che proviamo quando passeggiamo nei boschi, in riva al mare, nei prati fioriti di campagna.

Negli anni ’80 è stato pubblicato uno studio, sulla rivista Science, che evidenziava il potere curativo della neuroestetica.

È stato analizzato il decorso post operatorio tra pazienti colecistectomizzati, cioè sottoposti a rimozione della cistifellea per i calcoli biliari, a seconda di come erano posizionati nell’ospedale i letti di degenza.

“I soggetti che avevano il letto rivolto verso le finestre, che affacciavano sul parco circostante, avevano un minor tempo di degenza e necessitavano meno antidolorifici rispetto ai pazienti il cui letto era rivolto verso il muro, a parità di intervento chirurgico”, spiega Grassi.

 

 

 

 

Copertina: foto di KoolShooters : https://www.pexels.com/it-it/foto/coppia-donna-arte-mano-7693641/

Pixabay: https://www.pexels.com/it-it/foto/pavone-blu-45911/

KoolShooters : https://www.pexels.com/it-it/foto/donna-con-vernice-nera-e-marrone-per-il-viso-7693582/

Foto di Pixabay: https://www.pexels.com/it-it/foto/due-alberi-di-pino-fuori-casa-271622/

About Umberto Urbano Ferrero

Umberto Urbano Ferrero, collaboratore - Torinese d’origine, cittadino del mondo per credo. Laureato in Lettere moderne, ama l’arte in tutte le sue forme e viaggia per conoscere il mondo, oltre che se stesso. Umberto è appassionato di sport e Urbano, al contrario di ciò che l’etimologia suggerisce, apprezza la vita a contatto con la natura. Ritiene la curiosità una delle principali qualità in una persona, caratteristica essenziale per guardare il mondo da più angolazioni.

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