Fasce di età archiviate: vecchi o giovani, siamo tutti individui

Fasce di età archiviate: vecchi o giovani, siamo tutti individui

Fasce di età: parliamo della logica per la quale ogni fase della vita ha caratteristiche proprie. Fasce di età: è il caso di archiviarle? McCann truth central, global intelligence unit di McCann Worldgroup, ha condotto uno studio sul tema dell’ageing. Quest’ultimo si chiama “Truth about age” e vuol affermare la verità, in merito all’età. Quanto chiarito si sintetizza con una frase: “I’m an Individual, not an Age group”, cioè “Sono un individuo, non una fascia di età”.

Oms: la popolazione sta invecchiando

Secondo quanto stimato dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), entro il 2050 una persona su cinque supererà i sessant’anni. Dopo il Giappone, l’Italia sarà il Paese più avanti negli anni.

Un dato, tuttavia, ci rincuora e ci solleva: circa 24.000 persone, di età compresa tra i 20 ed i 70 anni, in 29 paesi, oltre i 65 anni saranno sempre meno classificabili negli stereotipi cui siamo abituati. Parliamo, in effetti, di un’età fluida, inaspettata: lo si afferma in una ricerca qualitativa, condotta in 36 paesi in tutto il mondo.

Fasce di età: gli individui non rispettano le aspettative

Appare chiaro: in tutte le fasce d’età, le persone non rispettano le aspettative, i dettami associati per tradizione alla loro fase di vita. Tra coloro che hanno circa 70 anni, nell’ambito del campione globale, i due terzi ritengono che “tu non sia mai troppo vecchio per un appuntamento romantico”; il 57% dei ventenni, invece, ha più paura della morte. Si tratta, certamente, di dati globali; ma li riscontriamo anche sulla nostra Penisola. Presso di noi, infatti, come nel resto del mondo, i sessantenni vedono l’invecchiamento con un atteggiamento fondamentalmente positivo: alla loro età si è più liberi e felici, e ciò non toglie che si mantengano mente e spirito attivi. I settantenni che la pensano così sono addirittura il 70%. Gli italiani, del resto, si sentono meno vecchi della media globale. Più si diventa anziani, però, più si è preoccupati rispetto all’invecchiamento, se ci si trova nel Bel Paese: il 37% degli italiani pensano sempre all’invecchiamento, tra i più anziani, contro il 22% della media mondiale. Rispetto alle possibili limitazioni fisiche, poi, gli abitanti della Penisola sono più preoccupati rispetto al resto del mondo: 33% contro 25%.

Cibo giusto per invecchiare felicemente

Come correre ai ripari? In Italia i settantenni fanno più esercizio fisico rispetto alla media mondiale (6 ore alla settimana contro 5); in generale, oltre i due terzi del totale della popolazione ritengono che il comportamento più importante per invecchiare felicemente sia quello di mangiare il cibo giusto.

Fasce di età: oltre le categorie

Le fasce di età, dunque, non sono più attendibili come un tempo. Bisogna andare oltre la categorizzazione e collocare le persone dentro un modello di vita, non dentro un range di età.

Invecchiamento: che cosa pensano giovani e anziani

Fasce di età archiviate: vecchi o giovani, siamo tutti individui
Luca Lindner

Secondo Luca Lindner, global president di McCann Worldgroup,“L’invecchiamento non è solo una preoccupazione degli anziani e vivere non è solo un pensiero da giovani. Siamo in un momento cruciale nella storia umana, dove le tradizionali aspettative sull’età sono messe in discussione in tutte le fasce d’età. Truth about age ha chiaramente rivelato che l’età sta diventando un predittore sempre meno utile dei comportamenti e degli atteggiamenti”.

Invecchiamento e atteggiamenti

Persone in ogni fase di vita, in tutto il mondo, si interessano all’invecchiamento e agli atteggiamenti verso il medesimo. Che cosa avviene nel lontano Giappone? Il 40% della popolazione andrà oltre i 65 anni entro il 2060. In Bolivia, invece, l’età media è di 24 anni.

In tutto il mondo, si vede la vecchiaia in modo più positivo. Alcune risposte qualitative, trasversali alle diverse culture, rendono manifesto questo dato.

Fasce di età: una storia cinese

In Cina, una coppia di genitori aveva superato i 65 anni. I due hanno domandato ai loro figli di spendere i soldi del loro funerale in viaggi. In Australia, ci sono nonni che dichiarano di essere troppo impegnati per vedere i loro nipoti; una coppia di filippini, poi, ha avviato una attività imprenditoriale dopo essere andata in pensione.

Giovanni Lanzarotti, head of strategic planning in McCann World group Italia, si è espresso in questo modo: “Tenuto conto di certe dinamiche globali, noi crediamo che sia il momento di riconsiderare la concezione di invecchiamento e di studiare gli atteggiamenti, credenze e comportamenti verso un concetto di ‘età’ esplorato più ampiamente. È la ragione per cui abbiamo pensato di studiare questo su tutte le fasce di età e con un campione che abbraccia oltre 30 paesi”.

Fasce di età: percezioni da affrontare

Nella realtà globale, le persone con una maggiore paura della morte sono i ventenni; coloro che ci riflettono di più ne hanno trenta, coloro che pensano ad altro invece sono proprio i settantenni. Come affrontare, nella situazione presente, la percezione dell’età?

Percezione dell’età: ecco le linee guida

Sono state stilate le seguenti linee guida.

Uno: Start young! L’invecchiamento è un problema? Più per i giovani che per gli anziani. Appare chiaro che, tradizionalmente, la discussione sull’invecchiamento dovrebbe essere riservata agli over 50. Sono invece coloro che hanno un’età tra i 20 ed i 30 anni a dimostrare un’attitudine più negativa all’invecchiamento, rispetto alle persone più adulte: il 50% contro una media del 43%, destinata a scendere a 33% nei settantenni. Che fare? iniziare, con i giovani, un discorso relativo al futuro. Perché invecchino meglio.

Due: Festeggiare le conquiste. Siamo abituati a concentrarci sulle perdite associate all’età (dalla riduzione cognitiva alla mobilità limitata). L’invecchiamento, di conseguenza, è considerato come un processo negativo. Sulla base dei dati raccolti, tuttavia, la vita diventa più ricca e felice con il tempo. I due terzi delle persone intorno ai 70 anni guardano positivamente l’età che aumenta. Diventano più spirituali, libertari, idealisti, con il trascorrere del tempo, rispetto a quanto succede ai più giovani. Nuovi modelli di pensionamento emergono in questo contesto. Concetti come “pensione”, “nido vuoto”, “riduzione” legati agli anziani non sono ormai più attuali. Altri temi tengono il campo: “conquista”, “lifestyle”, “tempo libero”.

Tre: Non considerare l’età come un numero. Tutti, in sintesi, pensano all’invecchiamento in modo diverso rispetto a qualche anno fa. La sensazione di se stessi è indipendente dall’età anagrafica.

Torniamo al nostro campione: il 19% considera l’invecchiamento né più né meno come un viaggio di opportunità illimitate, nel corso del quale potenziare la crescita personale (Ageless adventurers); il 20% lo vede come un momento di impegno con la comunità e arricchimento dei rapporti personali (Communal caretakers). Il 17%, poi, lo vive come un processo di maturità e acquisizione delle responsabilità degli adulti (Actualizing adults); soltanto il 20% parla di declino e perdita della giovinezza e della vitalità (Youth chasers). Non mancano coloro che sono spaventati: i Future fearers, coloro che temono il futuro, che raggiungono appena il 20%. Si tratta dei soggetti che valutano il trascorrere degli anni come momento di ansia e incertezza, sensazioni queste legate a rischi, che risultano associati alla vecchiaia.

Paese in cui vai, invecchiamento che trovi

A che cosa serve questa segmentazione? A offrire spunti differenti, a seconda del Paese di appartenenza. Il Cile, che è il Paese con il tasso di invecchiamento più veloce in America Latina, fa riscontrare la proporzione più alta di Ageless adventurers (37%), rispetto a qualsiasi paese preso in considerazione nel sondaggio. E in Italia, che cosa avviene rispetto a tali affascinanti definizioni? Siamo di fronte ad una situazione polarizzata. Sono i segmenti completamente antitetici a raccogliere la maggioranza degli individui: Future fearers (43%) e Ageless adventurers (32%).

Quattro: Promuovere i rapporti intergenerazionali.

A prescindere dai Paesi nei quali si vive, risulta molto rilevante un dato: il fatto di poter trascorrere del tempo con persone di età diversa. Secondo il 70% degli intervistati, è importante vivere spalla a spalla con individui più giovani. Tuttavia molta parte del campione (66%), con una buona sovrapposizione, pensa che è anche importante spendere tempo con persone che sono più vecchie. Ecco che le fasce di età, se diventano schemi di frequentazione, risultano essere controproducenti.

In India, si pensa che la chiave per un buon invecchiamento sia essere rispettati dalla società. Nel Regno unito è il senso dell’umorismo a essere rilevante, mentre in Giappone si pensa di dover dormire il più possibile.

Vitale, in Italia come altrove, è mangiar bene. Ma lo abbiamo già detto.

Fasce di età archiviate: vecchi o giovani, siamo tutti individui
Giuseppe Caiazza

Per concludere, ascoltiamo Giuseppe Caiazza, Ceo Ipg Mediabrands/McCann Worldgroup Italia: “E’ indubbio che l’invecchiamento, e il cambio dei paradigmi di consumo che ne consegue, richieda approcci radicalmente diversi. Osserviamo sempre più una sovrapposizione dei modelli di comportamento tra varie generazioni che ci spingono a ripensare alle nostre attività di comunicazione in maniera più integrata e trasversale”.

Un consiglio: per invecchiare meglio, non pensate mai di essere anziani. L’età anagrafica conta sempre meno.

About Giorgio Maggioni

È dal 1993 che studia, analizza e sfrutta il WEB. Dicono sia intelligente, ma che non si applichi se non sotto stress, in quel caso escono le sue migliori idee creative. Celebre la sua frase: “è inutile girarci in giro, chi non usa il web è destinato a fallire”. È docente di webmarketing per l’internazionalizzazione d’impresa, dove incredibilmente, per ora, è riuscito a non rovinare alcuno studente. In WMM si occupa di sviluppare modelli di business utilizzando logiche non convenzionali.

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