cos'è il cyberbullismo

Cyberbullismo: nel 57% dei casi il cyberbullo è compagno di classe della vittima

La tecnologia è una grandissima risorsa: ci permette di scoprire, studiare, intrattenere relazioni con altre persone.

Lo sanno molto bene i cosiddetti ‘nativi digitali‘, coloro che sono nati nel periodo in cui tablet e smartphone facevano già parte della nostra quotidianità.

Tuttavia, forse i giovani non sanno, o non comprendono appieno, i molteplici rischi che si celano dietro all’uso dei dispositivi tecnologici.

Uno di questi è rappresentato dal cyberbullismo, la manifestazione in Rete di un fenomeno più ampio e meglio conosciuto come bullismo.

Generazioni digitali: tecnologia a portata di mano

Secondo lo scenario illustrato da Michele Costabile, Professore ordinario di Economia e Gestione delle Imprese (Marketing) presso l’Università LUISS di Roma, dove dirige Luiss X.ITE – Centro di Ricerca su Tecnologie e Comportamenti di Mercato, stiamo vivendo un’evoluzione da una generazione di nativi digitali, la Generazione Z (nati dal 1997 al 2012), che non può immaginare la propria vita senza i dispositivi digitali, a una generazione di nativi social a tutti gli effetti, ovvero la Generazione Alpha (nati dal 2013 al 2023).

il cyberbullismoIn questa fascia d’età, ben il 62% dei bambini inizia a usare dispositivi mobile prima dei 5 anni e, addirittura, 1 bambino su 2 possiede un device a proprio uso esclusivo.

Siamo di fronte a un utilizzo pervasivo della tecnologia, basato sull’individualità e la comunicazione one-to- one, che spesso sfugge al controllo genitoriale: quest’ultimo aspetto è ciò che differenzia le nuove generazioni da quelle precedenti, ovvero una maggiore difficoltà nell’intervenire in maniera efficace sulle interazioni con il mondo digitale.

Va infatti considerato che, se da un lato l’uso di strumenti digitali, connessi e interattivi stimola lo sviluppo di attività cognitive e il pensiero creativo, dall’altro, espone gli utenti più giovani a una serie di rischi che non possono essere sottovalutati.

In questo contesto, diventa quindi necessario aiutare ragazzi e famiglie ad avere un approccio consapevole, sensibilizzandoli sull’importanza di un utilizzo corretto della tecnologia e fornendo loro gli strumenti e le conoscenze necessarie per tutelarsi attraverso un approccio preventivo.

I rischi legati al cyberbullismo 

Si è svolto giovedì 26 ottobre a Roma “Wallife Young”, l’evento organizzato da Wallife, start-up che opera nel settore Insurtech per offrire protezione dai rischi derivanti dall’utilizzo improprio delle nuove tecnologie digitali, in collaborazione con l’Università LUISS, che ha visto la partecipazione di rappresentanti accademici, esperti di comunicazione e del mondo digitale confrontarsi sul tema del cyberbullismo e di come tutelare ragazzi e bambini dalle violazioni digitali.

Durante l’evento è emerso un dato allarmante: nel 57% dei casi il cyberbullo è compagno di classe della vittima.

Gli esperti intervenuti hanno posto l’attenzione sull’importanza di alimentare un dibattito focalizzato su un utilizzo della tecnologia che sia sostenibile, inclusivo e intelligente, in grado di cogliere appieno i grandi vantaggi che questa offre. Per questo, il ruolo dell’educazione è cruciale e necessita di una maggiore sensibilizzazione rispetto alle responsabilità delle figure che si occupano di formare le generazioni future, come famiglie e istituzioni scolastiche.

Genitori e docenti devono fare da ponte tra i ragazzi e i device tecnologici, non solo fornendo loro le conoscenze necessarie per un corretto utilizzo ma acquisendo essi stessi le competenze necessarie.

Questo passaggio può essere facilitato e abilitato anche dalle aziende, che spesso operano in contesti altamente tecnologici e hanno l’expertise necessaria per aiutare scuole e famiglie in questo ambito.

Opportunità legate alla tecnologia: informarsi è la parola d’ordine

bullismo e cyberbullismoIn uno scenario di questo tipo, la tecnologia è anche il mezzo ideale per contrastare abusi e violazioni.

Gian Luca Marcialis, Professore di Tecnologie Biometriche presso l’Università di Cagliari, ha presentato BullyBuster, progetto interuniversitario realizzato in collaborazione con gli atenei di Napoli, Bari e Foggia che ha portato allo sviluppo di un’app che integra intelligenza artificiale e machine learning per monitorare e tutelare i ragazzi da episodi di bullismo, cyberbullismo e violenza online, specialmente nell’ambiente scolastico.

“Per ridurre i rischi per i giovani e garantire una navigazione sicura nel mondo digitale, è fondamentale promuovere lo sviluppo delle competenze necessarie per tutelarsi. La conoscenza rappresenta il miglior strumento di difesa e solo con un utilizzo consapevole è possibile sfruttare tutte le opportunità offerte dalle nuove tecnologie. Per questo motivo, Wallife studia e analizza anche le tecnologie maggiormente usate dai ragazzi, come per esempio il metaverso per quanto riguarda il gaming, per investigare sulle potenziali violazioni e sulle soluzioni migliori da proporre anche ai più giovani”, ha dichiarato Maria Enrica Angelone, CEO di Wallife.

 

 

Copertina Foto di Amina Filkins: https://www.pexels.com/it-it/foto/ragazza-in-jeans-blu-del-denim-che-si-siede-sul-letto-5560081/

Foto di Ivan Samkov: https://www.pexels.com/it-it/foto/laptop-ragazza-carino-computer-4783963/

Foto di Julia M Cameron: https://www.pexels.com/it-it/foto/internet-giocando-tecnologia-in-piedi-4145356/

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