Come possiamo fare la differenza grazie a una corretta differenziata?

L’incessante produzione di nuovi beni di consumo, alimenti e oggetti vari, ha portato all’inevitabile questione relativa allo smaltimento degli stessi: al giorno d’oggi, infatti, tutti sappiamo cosa sia la raccolta differenziata.

Quello che, forse, non tutti sanno, è come eseguirla correttamente.

bidoni raccolta differenziataI tappi devono rimanere attaccati alle bottiglie? I fazzoletti e gli scontrini dove si buttano? E i cartoni sporchi?

Secondo il Rapporto Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) presentato il 21/12/2023 è aumentata in Italia nel 2022 la raccolta differenziata, che si è attestata al 65,2% della produzione totale in cui l’organico si conferma la frazione più raccolta (38,3%), seguita dalla carta e cartone con il 19,3%.

Il Rapporto “Rifiuti urbani – Edizione 2023” pubblicato dall’Ispra raccoglie i dati relativi al 2022 sulla produzione, raccolta differenziata e gestione dei rifiuti urbani. Secondo i dati si è riscontrata una diminuzione dell’1,8% della produzione di rifiuti urbani rispetto al 2021, a fronte di incrementi del Pil e delle spese delle famiglie.

Secondo lo studio la percentuale di riciclaggio dei rifiuti urbani si è attestata al 49,2%, in crescita rispetto all’anno precedente (48,1%), ma ancora lontano rispetto agli obiettivi del 50% richiesti per il 2020 (al 2030 l’obiettivo è del 65%).

Di contro il Rapporto evidenzia il raggiungimento degli obiettivi di riciclaggio (50%) per gli imballaggi e i rifiuti di imballaggio (acciaio, vetro, carta, legno) previsti per il 2025 a eccezione della plastica che si è fermata al 48,9%.

La percentuale di rifiuti urbani destinati allo smaltimento in discarica è stata del 17,8% (in calo del 7,9% rispetto al 2021).

Dopo questa carrellata di dati, scopriamo insieme come effettuare una corretta raccolta differenziata, evidenziando anche gli errori e i falsi miti più comuni.

La raccolta differenziata della plastica

Sfatiamo 5 miti

  1. Se tutti riciclassimo alla perfezione avremmo risolto il problema della plastica.
    Falso: Il riciclo è necessario, ma non basta. Dobbiamo produrre meno!
  2. Tutta la plastica che abbiamo in casa è riciclabile.
    Falso: Spiega Laura Brambilla responsabile di Comuni Ricicloni, Puliamo il Mondo e del Premio innovazione Amica dell’Ambiente di Legambiente: “La raccolta differenziata di plastica riguarda solo gli imballaggi, quindi se ciò che sto buttando ha la funzione di proteggere un prodotto, va nella raccolta della plastica. Altrimenti dobbiamo smaltirlo nel secco non riciclabile”.
  3. In caso di dubbio su un oggetto di plastica va sempre nella plastica.
    Falso: In caso di dubbio è sempre meglio controllare l’etichetta e se il dubbio persiste meglio buttare nel secco per non inquinare il processo di riciclaggio.
  4. I tappi di bottiglia vanno svitati e separati dalle bottiglie.
    Falso: Non è necessario separarli e, anzi, i tappi potrebbero così disperdersi nell’ambiente! “Da luglio 2024 i tappi dovranno obbligatoriamente essere attaccati al collo delle bottiglie, come già fanno alcuni brand. Bottiglie e tappi hanno spesso colori e plastiche differenti (pet e hdpe): questo non inficia il processo di riciclo, perciò non è necessario separarli”, spiega Giovanni Cassuti, Presidente Corepla.
  5. I contenitori di plastica vanno sempre lavati.
    Falso: “Gli imballaggi in plastica devono sempre essere ben svuotati, ma non lavati. Durante il processo di riciclo l’imballaggio viene già sottoposto al lavaggio, quindi utilizzare ulteriore acqua non è utile, né al riciclo né all’ambiente”, afferma Cassuti.

Diverse tipologie di plastica

raccolta differenziata plasticaLa plastica biodegradabile è una grande conquista, ma sebbene come applicazione industriale risalga agli anni ’60 ancora oggi si staglia nell’immaginario popolare come qualcosa di risolutivo e magico.

“In realtà si intende che il materiale può essere degradato a opera di microorganismi o batteri e quindi che si produca una mineralizzazione. In pratica le molecole complesse iniziali diventano semplici e si ottiene alla fine del ciclo CO2 e acqua. Questo è quello che vorremmo per tutti i composti che finiscono nell’ambiente, perché l’impatto diventa quasi nullo“, spiega Monica Passananti, ricercatrice e professoressa associata presso il Dipartimento di chimica dell’Università di Torino.

Il problema è che molti pensano che una busta, un piatto o una forchetta in plastica biodegradabile non facciano danni se abbandonati all’aria aperta. Non è così.

Dopodiché è bene chiarire cheun oggetto in plastica può essere solo biodegradabile, oppure contemporaneamente biodegradabile e compostabile. 

Nel primo caso si ha una decomposizione, magari anche in pochi giorni o settimane, grazie all’azione di microrganismi e batteri abbinata ad agenti atmosferici naturali.

Nel secondo caso il processo può essere ancora più veloce e si ottiene del vero e proprio compost. In ogni caso questo tipo di plastica si getta nell’umido.

“Ovviamente c’è ancora molto da fare dal punto di vista comunicativo. Ma i risultati nel trattamento della frazione organica dei rifiuti raggiunti da parte di alcuni territori dimostrano che il binomio bioplastiche compostabili-scarti umidi è la soluzione migliore. Per esempio la città di Milano riesce ad avviare a riciclo l’87% dei rifiuti organici generato in ambito cittadino. Per fare un confronto: altri Stati, anche di lunga tradizione nella raccolta differenziata come Olanda Germania, intercettano ancora oggi appena il 16% dello scarto di cucina”, conclude il presidente di Biorepack, Marco Vesari.

Il problema delle nano e micro plastiche

Un altro tema oggi di studio da parte della ricercatrice di Torino è quello relativo alle micro (da 1 mm a 1 micron) e nano plastiche (sotto il micron) e come interagiscono con l’ambiente circostante.

“Soprattutto le nanoplastiche, a seguito del degrado delle plastiche, arrivano a esporre superfici elevatissime. Una busta di plastica può arrivare a coprire circa dieci campi da tennis. Le molecole reagiscono prima alla superficie, se c’è più superficie aumenta la probabilità di un maggior numero di reazioni chimiche soprattutto con processi di ossidazione. Il problema è che le micro e nano plastiche assorbono facilmente altri inquinanti e li possono quindi trasportare in giro“, conclude Passananti.

Raccolta differenziata di carta e cartone

Se ogni italiano avviasse a raccolta differenziata anche soltanto due scatole di cartoncino, un giornale, uno scatolone di cartone, un portauova e tre sacchetti di carta in più rispetto a quanto già fa, la raccolta pro-capite aumenterebbe di 1 kg. Moltiplicando questo piccolo gesto per i quasi 61 milioni di cittadini italiani il risultato sarebbe impressionante ed estremamente positivo.

Viene voglia di provare, no?

Le regole per una corretta raccolta differenziata di carta e cartone sono poche e semplici:

  • Carta e cartone da riciclare vanno depositati all’interno degli appositi contenitori
  • Gli imballaggi con evidenti residui di cibo non vanno nella raccolta differenziata di carta e cartone. Generano cattivi odori creano problemi nel processo di riciclo.
  • Gli scontrini generalmente non vanno gettati con la carta perché i più comuni sono fatti con carte termiche che generano problemi nel riciclo.
  • La carta oleata, come quella di formaggi o salumi, non è riciclabile.
  • I fazzoletti di carta usati vanno conferiti nell’indifferenziato.
  • La carta sporca di sostanze chimiche come vernici o solventi non è riciclabile.
  • I materiali non cellulosici come punti metallici o nastri adesivi e plastica vanno separati dalla carta
  • Le scatole e gli scatoloni vanno appiattiti e compressi per ridurne il volume
  • Il sacchetto di plastica o bioplastica, se usato per portare la carta al contenitore apposito non va poi buttato con la carta ma nel suo rispettivo cassonetto (plastica o organico).
  • Ogni Comune ha le sue regole: informarsi su quelle in vigore è un dovere di ogni cittadino.

Vetro

Le bottiglie, i bicchieri, i barattoli e i vasi di vetro devono essere invece conferiti nel cassonetto del vetro dove non dovete però buttare via anche lampadine, neon, specchi, bicchieri di cristallo e contenitori in pirex, tutti materiali che devono essere riciclati in maniera differente.

Anche in questo caso è bene che i contenitori siano puliti e soprattutto vuoti: non inserite nel cassonetto bottiglie di vetro piene o semi-piene anche se si tratta solo di acqua.

Facciamo alcuni esempi dei falsi miti più comuni.

  • Si è rotto il vetro di una finestra, butto i frammenti di vetro nel contenitore del riciclo del vetro.

Sbagliato. Esclusivamente gli imballaggi, vale a dire bottiglie e vasetti possono essere conferiti nella raccolta del vetro. Per tutti gli altri oggetti di vetro come lastre, specchi, lampadine, dovrai recarti all’isola ecologica.

  • La marmellata è ammuffita nel vasetto, chiudo tutto e butto nella campana del vetro.

Sbagliato. Svuota e pulisci i recipienti come puoi, utilizzando tovaglioli usati e quindi non più riciclabili. Non serve che siano brillanti, ma puliti e ricorda di togliere tappi e altri elementi non in vetro facilmente rimovibili.

  • L’etichetta non viene via, lavo la bottiglia con acqua bollente finché non diventa come nuova.

Sbagliato. Se non viene via lasciala dov’è! Sarà sufficiente rimuovere tutti gli altri elementi dell’imballaggio facilmente asportabili.

  • Devo buttare tante bottiglie, uso un sacchetto e metto il tutto nel contenitore del vetro in ordine.

Sbagliato. Così come gli altri elementi non in vetro, anche i sacchetti di plastica se buttati con il vetro vanno a “sporcare” la raccolta. Ricorda che la plastica ha i suoi contenitori.

  • Pyrex e cristallo li getto sicuramente nella campana del vetro.

Sbagliato. Il Pyrex sembra vetro ma non lo è, ha una composizione chimica differente che lo rende resistente alle alte temperature. Va smaltito nell’indifferenziato o portato all’isola ecologica. Lo stesso vale per il cristallo.

Umido

Quante volte trovandoci di fronte al bidoncino dei rifiuti organici ci siamo domandati se stessimo svolgendo la raccolta dell’umido in maniera corretta?

Nell’organico (o umido) finiscono tutti i rifiuti alimentari, principalmente scarti e avanzi che siano essi cotti o crudi.

Anche i cibi scaduti e avariati possono esser considerati rifiuti organici, però l’importante è che vengano chiaramente separati e gettati via senza il loro involucro.

Quindi via libera per alimenti scaduti, sacchetti del e fondi del caffè, tovaglioli di carta usati, avanzi provenienti da alimenti, resti di cibo degli animali domestici, fiori appassiti.

É opportuno tenere a mente che anche il sacchetto da utilizzare per la raccolta dell’umido deve essere non solo biodegradabile, ma anche compostabile.

Per riconoscerlo, basta controllare se riporta le scritte ‘biodegradabile e compostabile’, quella dello standard europeo Uni En 13432:2002 e il marchio di un ente come il CIC.

Raccolta differenziata di prodotti particolari

  • Gli indumenti e i tessuti vecchi che non vi servono più, dopo averli accuratamente lavati, li potete riporre nell’apposito cassonetto, in genere di colore giallo.
  • I medicinali scaduti non devono essere buttati nell’indifferenziata ma in appositi contenitori che trovate presso le farmacie e gli ambulatori Asl. Stesso procedimento per le pile esaurite che devono essere riciclate nei contenitori presenti nei negozi di elettronica.
  • Polistirolo: pur non essendo plastica, alcuni comuni lo riciclano nel cassonetto destinato a questo materiale, altri invece lo indirizzano all’indifferenziata. In questo caso, seguite le linee guida del vostro comune di appartenenza.
  • Tetra Pak: la raccolta differenziata dei contenitori realizzati con questo materiale varia da un comune all’altro. In generale, cercate di sciacquare e schiacciare bene i contenitori prima di gettarli via in modo che al loro interno non rimangano residui.
  • Alluminio: anche in questo caso seguite le disposizioni del comune in cui vivete e prestate attenzione a eventuali residui di cibo da eliminare.

 

 

Copertina Foto di SHVETS production: https://www.pexels.com/it-it/foto/donna-bicchiere-vetro-tavolo-7512802/

Prima Foto di Sardwim: https://www.pexels.com/it-it/foto/alberi-prato-ambiente-riciclaggio-15737015/

Seconda Foto di Lara Jameson: https://www.pexels.com/it-it/foto/piastre-bianco-tenendo-ambiente-9324349/

Terza Foto di furkanvari: https://www.pexels.com/it-it/foto/alcol-bottiglie-settore-industria-4042772/

Quarta Foto di Hilary Halliwell: https://www.pexels.com/it-it/foto/foto-del-primo-piano-delle-batterie-698485/

About Umberto Urbano Ferrero

Umberto Urbano Ferrero, collaboratore - Torinese d’origine, cittadino del mondo per credo. Laureato in Lettere moderne, ama l’arte in tutte le sue forme e viaggia per conoscere il mondo, oltre che se stesso. Umberto è appassionato di sport e Urbano, al contrario di ciò che l’etimologia suggerisce, apprezza la vita a contatto con la natura. Ritiene la curiosità una delle principali qualità in una persona, caratteristica essenziale per guardare il mondo da più angolazioni.

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