Consumo di vino: un bicchiere al giorno toglie davvero il medico di torno?

Consumo di vino: un bicchiere al giorno toglie davvero il medico di torno?

Il consumo di vino fa bene alla nostra salute?

Tutti noi conosciamo il proverbio squisitamente italiano secondo il quale ‘bere un bicchiere di vino al giorno toglierebbe il medico di torno’ (anche se più spesso viene declinato con: una mela al giorno…)

Quanto c’è di vero in tutto questo e quanto, invece, pesa la nostra tradizione vinicola sugli studi scientifici?

Il dibattito è oggi più che mai acceso. Interessi nazionali e commerciali, verità scientifiche, fake news e dichiarazioni mediatiche da parte di persone poco esperte in questo settore.

Tutti questi elementi fanno eco in un Paese come il nostro in cui la cultura vinicola si intreccia profondamente con la tradizione popolare, creando confusione tra le persone.

Tuttavia, oltre il nostro confine alpino, la questione non è di certo più chiara ma c’è chi, come l’Irlanda, ha deciso di prendere seri provvedimenti circa il consumo di vino.

Il consumo di vino ha effetti positivi sulla salute 

“Il vino è una matrice complessa, non una semplice soluzione idroalcolica, in quanto contenente una grande varietà di composti diversi, la maggior parte della quale è stata isolata, identificata e studiata con lo scopo di individuare le molecole responsabili di un eventuale effetto benefico sulla salute umana”, spiega Silvana Hrelia, docente di Biochimica presso l’Università di Bologna.

Il vino, rispetto agli altri alcolici, non dobbiamo dimenticare che è ricavato dal processo di fermentazione di un frutto. Per questo motivo, molte delle proprietà nutraceutiche (nutritive e farmaceutiche) dell’uva, sono presenti anche nella bevanda in questione.

In generale, i composti bioattivi del vino includono polifenoli come flavonoidi, catechina, quercetina, antociani e stilbeni come il resveratrolo. Quest’ultimo, in particolar modo, al centro di molti dibattiti.

“Dopo l’assunzione orale di 2.5 mg di resveratrolo ne vengono rilevate nel plasma solo tracce (5 ng/ml), poichè viene profondamente biotrasfomato dal microbiota intestinale e il suo contributo all’attività antiossidante diretta è basso. Tuttavia, anche a bassissime concentrazioni, agisce modulando vie intracellulari in grado di aumentare le difese detossificanti dell’organismo, è in grado di attivare vie antinfiammatorie e antiossidanti“, spiega Hrelia.

Si parla, quindi, di componenti bioattivi che rappresentano veri e propri “veicoli biomolecolari interattivi” in grado di dirigere l’espressione genica in modo organico per produrre salute e benessere. In poche parole, queste sostanze promuovono o limitano la produzione di enzimi per regolare la salute del nostro organismo.

Esempi concreti di benefici per la nostra salute

Consumo di vino: un bicchiere al giorno toglie davvero il medico di torno?
Attilio Giacosa

“Il nostro studio ha rivisitato la letteratura scientifica su questo tema, consentendo di giungere a conclusioni di estremo interesse in termini di salute pubblica”, commenta Attilio Giacosa, dottore specializzato in Gastroenterologia e Nutrizione Clinica presso il Policlinico di Monza.

Vediamo nel dettaglio quali sono i risultati.

  • Malattie cardiovascolari. Rispetto agli astemi, chi beve 5-15 g di alcol (due bicchieri di vino rosso) al giorno manifesta una riduzione del 26% del rischio di malattie cardiovascolari e una riduzione del 51% del rischio di mortalità per malattie cardiovascolari.
  • Diabete. Chi beve abitualmente vino rosso con moderazione manifesta valori glicemici inferiori e una minor frequenza di diabete rispetto agli astemi.
  • Malattie neurodegenerative. Negli adulti, il rischio di demenza e depressione si può ridurre con il consumo abituale e moderato di vino. L’effetto del consumo moderato di vino sul declino cognitivo è pari a una riduzione del rischio del 28%. E, inoltre, l’assunzione abituale di moderate quantità di vino nell’età adulta è associata a un minor rischio di ictus rispetto a chi non beve vino.
  • Mortalità precoce. “In molteplici studi internazionali la relazione tra consumo di alcol e mortalità viene identificata con una curva a forma di ‘J‘. Questa curva dimostra che il bere alcolici con moderazione riduce la mortalità rispetto agli astemi (curva inferiore della ‘J’), mentre la mortalità aumenta drammaticamente con l’aumento del consumo di alcolici (tratto verticale della ‘J’). Questa stessa curva si osserva per le malattie CV e per i disturbi cognitivi”, spiega Giacosa.

Queste indicazioni sono specifiche per un determinato consumo di vino?

Questi dati sono da intendere per un consumo che oscilla tra i 3-30 g/giorno di alcol nella donna e 12-60
g/giorno nell’uomo. L’equivalente di un bicchiere di vino rosso al giorno per le donne e due per gli uomini. Questa differenza tra i due sessi deriva da una carenza enzimatica per la detossificazione delle molecole di alcol nel corpo delle donne.

“È importante ricordare che il consumo moderato di vino rosso è da intendere all’interno di una dieta mediterranea“, prosegue Giacosa. Lui stesso, proprio per questo motivo, è un sostenitore del cosiddetto ‘bere mediterraneo‘. Il vino, in questo senso, sarebbe fonte di proprietà benefiche se consumato durante i pasti e con moderazione.

Discorso diverso, invece, per il consumo di altre tipologie di alcolici o di grandi quantità di vino in un singolo momento come, per esempio, mezza bottiglia fuori dai pasti.

“Altra eccezione riguarda le donne con storia personale o familiare di cancro della mammella, alle quali si consiglia di non bere vino”, specifica Giacosa.

“È indubbio che gli astemi non devono iniziare a bere alcolici per ridurre il loro rischio di malattie cardiovascolari o di diabete o per ridurre la degenerazione cognitiva senile e il rischio di mortalità, ma l’evidenza epidemiologica indica che non c’è motivo di suggerire a coloro che bevono vino con moderazione di smettere di farlo”, continua Giacosa.

Il paradosso francese

Uno tra i primi studi riguardanti gli effetti benefici per la salute dettati dal consumo di vino riguarda il cosiddetto ‘paradosso francese‘. Il termine, coniato dallo scienziato francese Serge Renaud, prendeva in considerazione le differenze tra la popolazione americana e quella francese. La seconda, pur basando la propria dieta su alimenti ricchi di grassi saturi (come il burro e i formaggi), registrava numeri bassissimi di problemi al sistema cardiocircolatorio.

L’associazione tra il consumo di vino rosso e l’apparente bassa incidenza di coronopatie fu utilizzata per giustificare questa anomalia. Si ipotizza che, a quel punto, molti produttori di vino specularono sulla questione per aumentare le vendite dei propri prodotti.

Il consumo di vino, e di alcol, nuoce gravemente alla salute

Al giorno d’oggi, tuttavia, c’è chi si rifiuta di diffondere la notizia che il consumo di vino possa giovare alla nostra salute. Anzi, al contrario, evidenzia i numerosi rischi legati al consumo della bevanda in questione e degli alcolici in generale.

Consumo di vino: un bicchiere al giorno toglie davvero il medico di torno?
Gianni Testino

“Le bevande alcoliche rappresentano la terza causa di morte e disabilità nella popolazione adulta e la prima causa di morte e distruzione al di sotto dei 24 anni per incidenti stradali, violenza, intossicazione acuta, coma etilico“, afferma Gianni Testino, presidente della Società Italiana Alcologia.

“Inoltre, dal 2008 l’etanolo, sostanza contenuta nel vino, birra e superalcolici, è stata inserita dalla comunità scientifica nella lista dell’OMS di tutte le sostanze che hanno un rapporto causale certo con il cancro“, continua Testino.

I dati parlano chiaro. “Nel 2020 in Europa ci sono stati 57 mila nuovi casi di cancro da alcol. In Italia, nel 2020, ci sono stati 10mila nuovi casi totalmente attribuiti all’alcol di cui 2 mila per dosaggi bassissimi ( 1 bicchiere al giorno per la donna e meno di 2 per l’uomo), 4.600 per i dosaggi intermedi (dai 2 bicchieri ai 4), 3.400 nuovi casi fra gli alcolisti. Tra questi ultimi non ce ne sono molti di più rispetto ai dosaggi bassi per il semplice motivo che non è solo la quantità che conta, ma anche come reagiamo alla sostanza alcolica: ecco spiegato il motivo per cui non esiste un dosaggio soglia di sicurezza se si parla di un cancerogeno“, spiega Testino.

L’etanolo è dannoso in qualsiasi contesto?

La correlazione tra alcol e rischio oncologico è un tema delicato.

“A tale riguardo si deve sottolineare che vi è assoluto consenso scientifico sul ruolo dell’alcol nell’indurre un aumento correlato alla dose del rischio di vari tumori, in particolare dei tumori di capo e collo, esofago, fegato, mammella, colon e retto. Tuttavia, molti studi di grande qualità scientifica evidenziano come la dieta mediterranea, che include un consumo moderato e abituale di vino durante la vita adulta e preferibilmente durante i pasti, si associ ad una riduzione del rischio oncologico. Inoltre, l’esclusione del vino dalla dieta mediterranea non modifica il risultato protettivo che tale dieta manifesta nei confronti della riduzione del rischio generico di cancro della mammella”, spiega Giacosa.

In sostanza, è come se il vino fosse da inquadrare diversamente all’interno di una sana ed equilibrata dieta mediterranea per Giacosa.

Etichette sugli alcolici: in Irlanda sarà proprio come per le sigarette

Avete sentito bene. L’Irlanda diventerà il primo Paese al mondo, dal 2026, a introdurre etichette complete di avvertenze sanitarie sulle bevande alcoliche.

Non solo vino, quindi, ma bensì birra, superalcolici e innumerevoli altri prodotti.

Gli healt warning presenti sulle etichette delle bottiglie, dopo il nulla osta da parte della Commissione Europea, forniranno informazioni sul contenuto calorico, sui grammi di alcol e sui rischi di malattie epatiche e cancro.

Inutile sottolineare che una presa di posizione simile stia generando molto fermento sia all’interno della comunità scientifica, che per i produttori di vino e di altre bevande alcoliche.

“Se l’Irlanda ha deciso di scrivere sulle etichette che l’alcol ha un rapporto causale con il cancro ne ha tutto il diritto. E, vista la portata del problema, dovremmo farlo anche noi“, conclude Testino.

C’è chi, invece, non è d’accordo.

“Purtroppo, in mezzo a tutto questo discorso, a rimetterci è proprio il vino, per il quale sarebbe opportuno, al massimo, indicarne un consumo moderato, e non che nuoce gravemente alla salute. I Paesi del Nord Europa hanno noti problemi con il consumo di alcol e, probabilmente, la questione delle etichette è legata proprio a ciò“, spiega Giacosa.

Infatti, se pensiamo, per esempio, al coma etilico e agli incidenti stradali, questi tristi episodi sono da ricondurre alla cultura dello ‘sballo‘ che è tanto cara a molti giovani frequentatori della movida.

“In discoteca non servono di certo calici di vino. Il problema, quindi, è da ricercare nel consumo smoderato di altre bevande alcoliche“, conclude Giacosa.

Il consumo di vino? È diventato un fenomeno mediatico

Trovare la verità in tutto questo non è semplice. Specialmente per le persone comuni, i non ‘esperti’ del settore, coloro che si ritrovano costretti a rimbalzare tra i pareri di chi, invece, dovrebbe avere un’idea unanime sull’argomento in questione.

“La verità in guerra è la prima vittima“, sosteneva il drammaturgo greco Eschilo.

E, con le dovute accortezze, possiamo ritenere anche noi stessi pedine sulla scacchiera dei conflitti mediatici; ridotti alla fame dalla carestia della disinformazione e in equilibrio precario tra i crateri delle fake news.

Per concludere, tornando al vino, nel caso in cui avessimo ancora dei dubbi sul tema trattato potremmo sempre optare per la vecchia lezione aristotelica: seguire il giusto mezzo tra due estremi.

 

 

 

 

 

Copertina foto di Katerina Holmes: https://www.pexels.com/it-it/foto/donna-in-camicia-nera-a-maniche-lunghe-tenendo-il-bicchiere-di-vino-5911151/

Grappolo d’uva foto di Balázs Burján: https://www.pexels.com/it-it/foto/foto-di-grapevine-3487715/

Bicchiere vino foto di Posawee Suwannaphati: https://www.pexels.com/it-it/foto/bicchiere-di-vino-con-vino-rosso-391213/

About Umberto Urbano Ferrero

Umberto Urbano Ferrero, collaboratore - Torinese d’origine, cittadino del mondo per credo. Laureato in Lettere moderne, ama l’arte in tutte le sue forme e viaggia per conoscere il mondo, oltre che se stesso. Umberto è appassionato di sport e Urbano, al contrario di ciò che l’etimologia suggerisce, apprezza la vita a contatto con la natura. Ritiene la curiosità una delle principali qualità in una persona, caratteristica essenziale per guardare il mondo da più angolazioni.

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