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Glifosato: l’erbicida più discusso al mondo è davvero un pericolo?

Se pensiamo agli erbicidi (o diserbanti), le sostanze utilizzate in agricoltura per il controllo delle piante infestanti, a molti di noi si drizzano immediatamente i capelli.

Prodotti inquinanti, cancerogeni, dannosi per l’ecosistema: vere e proprie diavoleria partorite dall’ingegno umano.

Tuttavia, molte di queste sostanze sono largamente utilizzate in tutto il mondo per garantire colture abbondanti tutto l’anno. Quindi, siamo spesso noi stessi (come consumatori) a promuovere questo sistema.

Molti di questi prodotti, per quanto contestati, non è dimostrato scientificamente che siano davvero dannosi per la nostra salute.

Ad attirare l’attenzione su di sé, in questi giorni, è il glifosato, tra i più famosi e utilizzati erbicidi.

È davvero paragonabile a ‘un veleno‘ come sostengono in molti? L’Italia come si schiera su questo tema?

Glifosato: il suo futuro in Europa si decide tra pochi giorni

La Commissione europea aveva proposto di rinnovare fino al 2033 l’autorizzazione per l’erbicida, in scadenza quest’anno.

glifosato diserbanteTuttavia, fra i rappresentanti dei Paesi membri, il 13 ottobre, non si è raggiunta la maggioranza qualificata dei voti (15 Paesi membri con almeno il 65% della popolazione complessiva) né per approvare, né per rigettare la proroga.

Il governo italiano era favorevole alla proroga, e quindi al suo utilizzo, e secondo fonti diplomatiche, ha aggiunto che “ritiene opportuno evitarne l’uso nella fase pre-raccolta”.

Infatti, utilizzare un erbicida su un campo seminato o su di uno pronto alla raccolta sono due procedure differenti, in quanto varia il residuo del diserbante presente sul prodotto finito. In questo modo si dovrebbero limitare le molecole della sostanza che poi, di fatto, finiscono nei nostri piatti.

I rappresentanti di Austria e Lussemburgo erano contrari, mentre la Francia si è astenuta.

A esaminare la proposta di proroga sarà ora, a novembre, un altro comitato di rappresentanti degli Stati membri.

La questione resta dibattuta e, laddove anche la prossima volta dovesse prodursi una situazione di stallo, senza voti sufficienti né per approvare né per respingere la proposta, sarà la Commissione europea a decidere entro il 15 dicembre il futuro del contestato erbicida.

Cos’è, e come agisce, il glifosato

Il glifosato è un diserbante sistemico definito ‘totale’, cioè incapace di agire in modo selettivo.

“Viene assorbito dalle foglie, ma nell’arco di 6 ore riesce a diffondersi in tutta la pianta. Il successivo disseccamento avviene in poco meno di due settimane ed è dovuto al fatto che il glifosato è in grado di sottrarre alcuni micronutrienti come ferro e magnesio, responsabili dello sviluppo delle piante”, spiegano gli esperti di Fondazione Veronesi.

L’erbicida in questione viene attualmente utilizzato da oltre 140 paesi nel mondo ed è stato brevettato dalla multinazionale Monsanto (ora Bayer).

Cancro, problemi ai reni, e alterazioni al microbiota intestinale

Rispetto a qualche anno fa, le conoscenze sul glifosato sono aumentate e cresce il numero di persone che si oppongono fortemente al suo utilizzo in agricoltura.

Alcuni giorni fa la Coalizione “Cambiamo Agricoltura”, lanciata da associazioni come WWF, Legambiente e Associazione Medici per l’ambiente, ha organizzato un webinar in cui si sono analizzati dati scientifici che proverebbero i rischi per la salute legati al diserbante.

Tra questi, spicca lo studio condotto nel 2016 dalla scienziata Fiorella Belpoggi, direttrice emerita dell’Istituto Ramazzini.

Ciò che la ricerca andava a indagare nello specifico era l’eventuale presenza di interferenze endocrine nei ratti (come la numerosità delle nidiate), riscontrate a partire dalla madre in gravidanza e il suo embrione, fino all’età adulta dei ratti (paragonabile ai 18 anni in un essere umano).

risultati della ricerca hanno dimostrato notevoli alterazioni endocrine, perfino nei reni e nel microbiota intestinale, ma anche presenza di micronuclei, cioè di genotossicità (il danneggiamento del codice genetico da parte di agenti chimici).

Questo studio preliminare è stato poi portato avanti per indagare gli effetti a lungo termine del glifosato e i dati evidenziati, presentati il 26 ottobre dall’Istituto Ramazzini, sono veramente allarmanti.

Da questo “Global Glyphosate Study”, emerge infatti che basse dosi di glifosato sono in grado di provocare leucemie nei ratti, soprattutto in giovane età.

“Le prove indicano gravi effetti negativi– aggiunge Angeliki Lysimachou della ONG Pesticide Action Network. Oggi sappiamo molto di più rispetto al 2017, perché ora non si parla solo di cancro, ma anche di neurotossicità, del potenziale disturbo del microbioma, con tutte le eventuali malattie collegate e anche dell’impatto sulla biodiversità”.

Il 100% dei francesi ha tracce di glifosato nelle urine

La sconcertante scoperta dello studio effettuato da diversi centri tra i quali l’Università di Mayotte e l’Inserm di Marsiglia, condivisa dall’organizzazione ambientalista Greenpeace: il 100% dei francesi ha tracce di glifosato nelle urine.

L’indagine è stata condotta su oltre 6.800 persone dell’età media di 53 anni, i cui campioni sono stati raccolti per due anni, tra il 2018 e il 2020.

Ma non è tutto. Il Fondo francese per i risarcimenti alle vittime dei pesticidi ha accolto recentemente la richiesta di un ragazzo di 16 anni per un ingente indennizzo, in quanto affetto da malformazioni congenite alla laringe e all’esofago, dovute al fatto che sua madre, durante la gravidanza, è stata a lungo esposta proprio al glifosato.

Il ragazzo ha già subito 54 interventi chirurgici e con questa serie infinita di operazioni oggi riesce a respirare grazie a una tracheotomia e a mangiare dalla bocca. È il primo caso di indennizzo riconosciuto per tale ragione.

L’EFSA frena: nessuna area di preoccupazione critica

L’EFSA (Autorità europea per la sicurezza alimentare) e gli Stati membri dell’UE hanno eseguito una valutazione del rischio e una revisione paritetica (nella quale i vari gruppi avevano egual numero di membri) del glifosato come sostanza attiva.

L’ente afferma che questa sia la valutazione più completa e trasparente di un pesticida che gli Stati membri dell’UE abbiano mai effettuato, basata su migliaia di studi relativi alla salute umana e animale nonché all’ambiente, ai quali hanno contribuito decine di esperti scientifici dell’EFSA stessa e delle autorità nazionali di tutta Europa.

I dati parlano di 2.400 studi presi in esame, 180.000 pagine di dossier, in 32 mesi.

I principali risultati emersi dagli studi sono i seguenti:

  • La valutazione dell’impatto del glifosato sulla salute dell’uomo, degli animali e dell’ambiente non ha evidenziato alcuna area di preoccupazione critica. Una preoccupazione è definita critica quando riguarda tutti gli usi proposti del pesticida oggetto di valutazione (per esempio, impiego in pre-semina o post-raccolto, ecc.), impedendone cosi la sua approvazione o rinnovo.
  • Nel 2022 l’Agenzia europea per le sostanze chimiche (ECHA) ha effettuato una valutazione dei pericoli posti dal glifosato, in seguito alla quale ha concluso che non soddisfa i criteri scientifici di classificazione come sostanza cancerogena, mutagena o reprotossica (tossica per la riproduzione o per lo sviluppo del feto). L’EFSA ha utilizzato la classificazione di pericolo dell’ECHA ai fini della valutazione del rischio europea relativa al glifosato.
  • Per quanto riguarda l’ecotossicologia, il pacchetto di dati ha consentito un approccio conservativo alla valutazione del rischio, che ha identificato un rischio elevato a lungo termine per i mammiferi in 12 dei 23 usi proposti del glifosato.

Lacune, e omissioni, nel rapporto dell’EFSA

Tuttavia, per l’associazione Codacons, esisterebbero “numerosi studi diretti a provare su base scientifica l’erronea analisi condotta da EFSA sulla base dell’altrettanto erronea classificazione da parte dell’ECHA (Agenzia europea delle sostanze chimiche) della sostanza attiva glifosato come non cancerogena“.

In particolare, sempre per Codacons, risulterebbero omesse le pubblicazioni dirette a dimostrare gli effetti dannosi sul sistema nervoso del glifosato, compreso uno studio epidemiologico in grado di documentare l’aumentato rischio di disturbi dello spettro autistico nei bambini nati da donne esposte a questo diserbante durante la gravidanza o nel primo anno di vita.

Esistono alternative al glifosato?

A seconda dei vari settori, esistono diverse soluzioni.

Nel settore ortofrutticolo, per esempio, possono essere eseguite le pacciamature (copertura del terreno per impedire la crescita delle malerbe), con teli biodegradabili o materiali naturali come paglia e corteccia. Alcuni utilizzano anche il pirodiserbo eliminando le infestanti con caldo o fuoco.

cos'è il glifosatoNelle colture erbacee invece, la soluzione più efficace deriva dalla gestione del terreno: diversificare le colture, utilizzare le colture consociate (presenti nello stesso terreno) e le colture di copertura che hanno effetto biocida e/o allelopatico (le piante rilasciano nel terreno dei residui metabolici che impediscono la crescita di altre erbe secondarie).

Inoltre, utilizzare dei macchinari adatti a lavorazioni conservative, che permettono di controllare la crescita delle infestanti in maniera naturale e non invasiva.

Si potrebbe puntare, e in un certo senso tornare, a una gestione più ottimale del territorio, basata sul rispetto dell’ambiente, del suolo e della nostra salute, riconoscendo il ruolo dell’agricoltore come custode del territorio e di noi consumatori come partecipanti attivi nella rigenerazione dell’ambiente.

Conclusioni

Il glifosato è tutt’oggi oggetto di studio, e in questi giorni sapremo quale sarà il suo futuro nell’agricoltura europea.

Si dice che “la verità in guerra sia la prima vittima”. E nel campo di battaglia dell’economia mondiale, Roundup (il prodotto di punta della multinazionale Monsanto), garantisce un guadagno annuo che si avvicina ai 5 miliardi di dollari.

Non per per essere complottisti, ma considerando i non pochi interessi economici alle spalle, è plausibile che la situazione, per quanto discussa, non sia così limpida come appare.

 

 

 

Copertina: Foto di Mark Stebnicki: https://www.pexels.com/it-it/foto/trattore-verde-e-giallo-su-sporcizia-2889440/

Foto di Connor Martin: https://www.pexels.com/it-it/foto/paesaggio-campagna-agricoltura-fattoria-5526115/

Foto di Any Lane: https://www.pexels.com/it-it/foto/donna-che-lava-la-frutta-fresca-nel-frutteto-tropicale-5945641/

About Umberto Urbano Ferrero

Umberto Urbano Ferrero, collaboratore - Torinese d’origine, cittadino del mondo per credo. Laureato in Lettere moderne, ama l’arte in tutte le sue forme e viaggia per conoscere il mondo, oltre che se stesso. Umberto è appassionato di sport e Urbano, al contrario di ciò che l’etimologia suggerisce, apprezza la vita a contatto con la natura. Ritiene la curiosità una delle principali qualità in una persona, caratteristica essenziale per guardare il mondo da più angolazioni.

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